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Assegno Unico, nel primo anno della misura oltre 10 milioni di beneficiari: spesi 16 miliardi di euro

È passato oltre un anno dall’avvio dell’assegno unico universale e l’adesione ha raggiunto circa il 90% della platea di aventi diritto, con quasi 10 milioni di figli beneficiari. È quanto emerge dall’ultimo report annuale dell’Inps.
A cura di Annalisa Girardi
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A pochi giorni dalla data di pagamento dell'assegno unico universale, l'Inps ha pubblicato il suo report annuale in cui mette in fila un po' di numeri. A circa un'anno dall'avvio della misura economica che raggruppa tutte le agevolazioni per i figli a carico, sono stati spesi circa 16 miliardi di euro, destinati a una media di 5,7 milioni nuclei familiari al mese. Il documento è stato presentato alla Camera dalla commissaria straordinaria dell'istituto, Micaela Gelera, che ha spiegato: "A più di un anno dall'avvio, a marzo 2022, dell'assegno unico e universale, principale misura di sostegno alla natalità, è stata calcolata un'adesione prossima al 90% degli aventi diritto, con quasi 10 milioni di figli beneficiari".

Gelera ha poi specificato che il "take up è stato calcolato confrontando i beneficiari effettivi di assegno unico e universale con la platea dei residenti Istat al 1 gennaio 2022 tra 0 e 20 anni" e "presenta una relazione inversa rispetto all'età dei figli": questo significa che is "raggiunge il 95% per i figli più piccoli". L'assegno, ha poi spiegato la commissaria, "è influenzato dall'attività lavorativa dei genitori, venendo richiesto in prevalenza da genitori lavoratori dipendenti (82%)".

Al Sud la maggior parte delle domande per l'Assegno Unico

La maggior parte delle richieste arriva dal Sud, "probabilmente in ragione della presenza di redditi mediamente inferiori", ha aggiunto Gelera. Nelle province del Sud si arriva a una percentuale del 92% di adesione, che scende poi all'86% in quelle del Centro-Nord. I nuclei percettori dell'assegno unico universale per lo più non sono beneficiari del reddito di cittadinanza, precisa anche l'Inps nel suo rapporto annuale. L'82% appartiene a nuclei in cui almeno un genitore è un lavoratore dipendente, mentre il 10% a nuclei dove non ci sono dipendenti, ma con almeno un autonomo. Il restante 8%, infine, si riferisce a nuclei dove nemmeno un genitore risulta incluso tra lavoratori.

Gli importi medi e perché alcune famiglie non presentano l'Isee

Nel report si sottolinea anche che a dicembre 2022 l'importo medio di competenza per nucleo è risultato pari a 233 euro. Per quelli percettori di RdC, invece, si è attestata a 169 euro. Un altro elemento che emerge dal documento dell'Inps è che circa il 17% dei richiedenti non presenta il proprio Isee: si tratterebbe però di famiglie a reddito elevato che quindi comunque non otterrebbero oltre l'ammontare minimo dell'assegno. A non presentarlo, però, sono anche molti autonomi e professionisti, soprattutto – si legge ancora nel report – nelle aree a minore capitale sociale: tra le motivazioni in questi casi, allora, "potrebbe esserci anche quella di evitare eventuali controlli".

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