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Assegnati porti a Geo Barents e Humanity 1: andranno a Salerno e Bari con 500 migranti

Sono stati assegnati i porti per lo sbarco alle navi umanitarie Geo Barents e Humanity 1, che trasportano in tutto 500 migranti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Poco dopo la notizia dell'assegnazione del porto di Salerno per i 248 migranti a bordo della Geo Barents è arrivata la notizia dell'indicazione del Pos anche per la Humanity 1: a quanto si apprende, alla nave della Ong Sos Humanity è stato assegnato il porto di Bari. In precedenza era stato assegnato il ‘place of safety' al pattugliatore Louise Michel, di piccole dimensioni, che si trovava in una situazione di emergenza per le avverse condizioni del mare: le capitanerie di porto hanno concesso al natante di raggiungere questa mattina il porto di Lampedusa, con un gruppo di 33 persone era stato salvato due giorni fa da una piccola barca di legno in balia delle onde. Stessa situazione che si era verificata con la Rise Above, fatta sbarcare a Reggio Calabria il mese scorso.

La Humanity 1 ha a bordo in tutto 261 migranti, di varie nazionalità tra cui donne incinte e bambini. Al momento l'imbarcazione si troverebbe a 300 miglia dal capoluogo pugliese e navigherebbe molto lentamente a causa delle condizioni meteo-marine. L'ong tedesca Sos Humanity questa settimana aveva compiuto una serie di salvataggi al largo delle coste libiche.

Sos Humanity ha raccontato che "mentre la mattina del 6 dicembre l'equipaggio effettuava un salvataggio di 103 persone in difficoltà, ha assistito da vicino a un rimpatrio forzato di persone in fuga da parte della cosiddetta Guardia Costiera libica. Con due imbarcazioni hanno fermato violentemente un gommone non navigabile con a bordo circa 50 persone. Sei persone sono rimaste in acqua a seguito della rischiosa manovra, le altre sono state portate con la forza a bordo della motovedetta e rimorchiate in Libia. L'incidente – racconta Sos Humanity – è stato documentato dal nostro equipaggio e dalla scialuppa di salvataggio Louise Michel. Le sei persone rimaste in acqua sono riuscite a salire su una zattera di salvataggio galleggiante sulla Louise Michel e sono state poi portate a bordo di Humanity 1″. 

Dalle navi scenderanno tutti: niente sbarchi selettivi

Dalle navi scenderanno tutti i naufraghi, un segnale di distensione nei confronti dell'Europa. Stando a quanto aveva ribadito nei giorni scorsi la presidente del Consiglio Meloni, infatti, la linea del governo sull'immigrazione in teoria non è cambiata. Questo significa che se l'esecutivo avesse deciso di comportarsi come aveva fatto per i precedenti casi di salvataggio in mare effettuati da navi Ong avrebbe potuto concedere solo uno sbarco ‘selettivo', autorizzando unicamente i migranti considerati vulnerabili a scendere.

Pochi giorni fa Giorgia Meloni al vertice di Tirana, pur non rispondendo nel merito della situazioni delle navi da soccorso attualmente in mare, aveva detto: "La posizione del governo non cambia, dopodiché mi rendo perfettamente conto che la questione non vada affrontata così, va risolta con un approccio che non può essere solo italiano", aggiungendo che si deve passare da un dibattito "poco fruttuoso di redistribuzione presunta e passare a un approccio per cui i confini esterni dell'Ue si difendono, distinguendo il tema della la protezione umanitaria e dei rifugiati dal tema dell'immigrazione, che va gestito con i decreti flussi. Su questo siamo orientati a lavorare, al di là dell'immediato".

I rapporti tra Italia e Francia sono ancora tesi

A inizio novembre tra Italia e Francia i rapporti si sono incrinati, per via della vicenda della nave Ocean Viking di Sos Mediterranee, che a differenza delle altre navi umanitarie aveva deciso di far rotta verso la Francia, con i 230 migranti salvati in mare a bordo, dopo aver atteso diversi giorni una risposta dalle autorità maltesi e italiane. Da allora tra Roma e Parigi si è aperta una crisi diplomatica che non si è ancora risolta. In quel caso l'Italia aveva ringraziato il governo di Macron per aver sbloccato la situazione, ricevendo però in risposta un guanto di sfida: la Francia ha sì accettato lo sbarco della Ocean Viking, ma ha contemporaneamente invitato gli altri Paesi Ue a non rispettare l'accordo sulle redistribuzioni.

Sembrava poi che una telefonata tra il Presidente della Repubblica Mattarella ed Emmanuel Macron avesse stemperato la tensione, ma da diverse settimane tra i due Paesi c'è il gelo. Nessun bilaterale è stato organizzato tra la premier Meloni e il presidente francese nei contesti internazionali in cui si sono visti: nessun vertice tra i due al G20 di Bali, né in Albania. Oggi Meloni avrebbe dovuto presenziare al summit dei nove Paesi mediterranei ad Alicante, ma per via di un'influenza ha dovuto disertare.

Al suo posto è andato invece il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Non ci sono state dichiarazioni ufficiali, ci sono state dichiarazioni informali ma non c'era nessuna visita programmata di Meloni" in Francia, "andiamo avanti". Il titolare della Farnesina ha risposto infatti alle domande dei giornalisti in merito alla presunta visita in Francia della presidente del Consiglio Meloni.

Dall'Eliseo avevano parlato appunto di un ipotetico viaggio in Francia della premier italiana: "Da quanto sappiamo la signora Meloni continua a cercare una data per la sua visita a Parigi per la quale si è impegnata a lavorare dopo il caso Ocean Viking". Ma da Palazzo Chigi era subito arrivata una smentita: "Non ci risulta alcun impegno assunto dal presidente Meloni per una visita a Parigi. Né al presidente Meloni è giunto alcun invito ufficiale, immaginando che determinati inviti non si facciano a mezzo stampa".

"Non si è parlato di divisioni tra Italia e Francia. Ho salutato Macron, che conosco da tanti anni, ma non credo che si debba insistere su divisioni. Possono esserci opinioni divergenti ma dobbiamo sempre trovare soluzioni a livello europeo", ha ribadito questa sera Tajani. "Per quanto riguarda le navi ogni caso è un caso a sé. Oggi verranno fatte attraccare nel porto di Salerno una o due navi. Non manca mai da parte dell'Italia una risposta solidale, l'importante è che si rispettino sempre e comunque le regole, anche da parte delle Ong", ha aggiunto il ministro di Forza Italia.

La migrazione è "un problema globale, non è una questione tra Italia e Francia, o Italia e Germania, vogliamo che si affronti un tema e si risolva un tema che può essere risolto soltanto a livello europeo", ha detto ancora il vicempremier a margine del vertice Med9 ad Alicante. "Sono le stesse parole di Papa Francesco che confermano la bontà della nostra richiesta", ha aggiunto.

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