Arrivano i “licei brevi”: gli studenti potranno diplomarsi in soli 4 anni
A partire dall'anno scolastico 2018/2019, nel sistema scolastico italiano verranno introdotti i cosiddetti "licei brevi" della durata di soli quattro anni, uno in meno rispetto ai canonici cinque attualmente previsti dall'ordinamento. Pensati e introdotti inizialmente dall'ex ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, la quale propose una sperimentazione per l'avvio di 60 classi, i "licei brevi" sono stati approvati anche dall'attuale titolare del Miur, il ministro Valeria Fedeli, che ha inoltre disposto non solo l'avvio della sperimentazione, ma anche l'ampliamento delle classi sperimentali da 60 a 100. Gli istituti che vorranno avviare la sperimentazione del liceo o istituto tecnico e professionale quadriennale dovranno proporre un percorso scolastico adeguato entro il prossimo 30 settembre, facendo attenzione a presentare un progetto didattico che permetta agli allievi di non perdere una sola lezione del monte ore complessivo previsto dal percorso standard quinquennale. Gli istituti scolastici potranno attivare una sola classe prima sperimentale per ogni scuola e per candidarsi gli istituti dovranno garantire “un elevato livello di innovazione in ordine all’articolazione e alla rimodulazione dei piani di studio”.
Nei "licei brevi", inoltre, sarà previsto l’insegnamento obbligatorio di almeno una disciplina non linguistica con metodologia Clil – interamente in lingua straniera – a partire dal terzo anno e la valorizzazione delle attività laboratoriali, oltre che l’utilizzo di tecnologie didattiche innovative. L'offerta didattica andrà allargata e ampliata a nuove discipline come il Diritto e la Storia dell'Arte e l'alternanza scuola-lavoro andrò svolta dagli studenti prevalentemente durante le vacanze natalizie ed estive, per non intaccare il monte ore annuale previsto. Proponendo la propria candidatura, inoltre, le scuole dovranno individuare i criteri di selezione per gli aspiranti diplomati quadriennali, nel caso in cui le richieste dovessero superare le 25 unità massime per classe. Infine, la commissione che valuterà le proposte dovrà assicurare una equa distribuzione delle classi sul territorio nazionale e nei diversi indirizzi: licei, istituti tecnici e istituti professionali.
Nel corso del primo quadriennio, un Comitato scientifico nazionale valuterà l'andamento nazionale del Piano di innovazione e predisporrà annualmente una relazione che sarà trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Il Comitato sarà nominato dal ministro dell'Istruzione e dovrà individuare le misure di accompagnamento e formazione a sostegno delle scuole coinvolte nella sperimentazione.