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Arrivano gli eco taxi in città: il servizio si allarga a motocicli e tuk tuk

La novità è prevista da un emendamento approvato nel decreto Infrastrutture. L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti e garantire un risparmio agli utenti del servizio. Il deputato del Movimento 5 Stelle, Diego De Lorenzis, spiega a Fanpage: “Seguiamo direzione europea”.
A cura di Stefano Iannaccone
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Evitare ingorghi, a bordo di un taxi bloccato nel traffico nonostante le corsie preferenziali. E garantire così una riduzione dei tempi negli spostamenti, oltre che abbattere le emissioni inquinanti. Insomma, un piccolo emendamento che punta a una, potenziale, grande rivoluzione. Il tutto all’insegna della mobilità sostenibile e del risparmio economico per gli utenti che non vedranno più con preoccupazione il tassametro mentre sono incolonnati.

Dall’entrata in vigore della norma, approvata nel decreto Infrastrutture in discussione alla Camera, sarà infatti possibile usufruire del servizio di taxi anche su motocicli, quindi scooter, e velocipedi, una categoria che include – tra gli altri – anche i cosiddetti tuk tuk, che sempre più si vedono nelle città. Il decreto ha attirato l’attenzione per la stretta normativa sui monopattini, con una le nuove norme varate per evitare abusi. Ma il testo prevede, tra le tante cose, una novità importante: i taxi “alternativi”.

Di cosa si tratta nello specifico del servizio taxi su motocicli e velocipedi? Oggi l’impiego di mezzi come scooter ecologici e tuk tuk (e simili) è possibile in alcune città, mentre in altre non lo è. Manca un quadro complessivo e quindi la normativa diventa un rompicapo, una sorta un puzzle intricato in cui i sindaci devono muoversi. Per questo motivo l’emendamento interviene per dare una struttura ben precisa. “Stiamo rendendo omogeneo il codice della strada. I motocicli e le biciclette erano esclusi dalla possibilità di espletare un servizio che, invece, in tante grandi città è davvero molto richiesto”, spiega a Fanpage.it il deputato del Movimento 5 Stelle, Diego De Lorenzis, firmatario della proposta.

Basti pensare – aggiunge il parlamentare del M5S – al traffico di una città come Roma, o Napoli. I Comuni, nell’affidare questo tipo di servizio taxi, possono anche immaginare percorsi predefiniti, ad esempio dalla stazione al centro città, rendendo più fluidi anche gli spostamenti e con un risparmio per il cittadino”. Per sua natura, infatti, gli spostamenti sui mezzi alternativi sono sconsigliati per lunghi tragitti. Ma non è detto: ogni decisione spetta alle singole amministrazioni. Si può immaginare la copertura di aree delimitate, dove magari il servizio di trasporto pubblico è meno efficace.

Il servizio, insomma, offre un servizio aggiuntivo per il cittadino che ne fa ricorso. Il risparmio di tempo è sotto gli occhi di tutti: al posto di finire nel traffico dell’ora di punta, sarà possibile spostarsi su mezzi decisamente più agili, che possono quindi ridurre il tempo trascorso in strada, magari in coda a un incrocio. Con un innegabile impatto positivo sull’ambiente. In altre città europee, come Amsterdam, i taxi eco sono una consuetudine per i turisti, ma anche per la popolazione locale. Stesso discorso vale per Berlino: i mezzi sono spesso coperti per evitare che durante le giornate di maltempo gli utenti possano essere scoraggiati dall'utilizzo del servizio. A Londra, invece, è stata una startup, Pedal me, a lanciarsi in questo settore.

La ratio che ha ispirato l’emendamento è orientata proprio alla sostenibilità. “La  norma pensa prima di tutti alla nostra salute”, spiega De Lorenzis. “Ma non solo – conclude il deputato – si potrà registrare un ulteriore abbattimento dei livelli di inquinamento, rendendo le città più vivibili e meno soffocate dal traffico. L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di andare, progressivamente, verso una mobilità con l’auto sempre meno protagonista, ma con mezzi alternativi e più ecosostenibili che ci consentiranno di muoverci nei centri urbani facilmente e soprattutto in sicurezza”.

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