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Arriva il piano Ue per le biciclette, “autostrade ciclabili” e incentivi per le bici Made in Europe

Con un nuovo piano approvato questa settimana, il Parlamento europeo vuole spingere la Commissione e gli Stati membri dell’Ue a investire di più sulle biciclette come mezzo di trasporto. Costruire piste ciclabili, abbassare l’Iva sulle bici, ma anche puntare sull’industria europea del settore.
A cura di Luca Pons
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Il Parlamento europeo ha approvato una "cycling strategy", un piano per aumentare le piste ciclabili nei Paesi dell'Unione europea e in generale incentivare l'uso della bicicletta in Europa. Si tratta di una strategia, appunto, che suggerisce alcuni obiettivi alla Commissione europea e agli Stati membri.

Il piano contiene diciotto punti. Alcuni sono più formali, come la proposta di nominare il 2024 "anno europeo della bicicletta", mentre altri sono decisamente più concreti. Alla base c'è l'idea che la bicicletta debba diventare un mezzo di trasporto vero e proprio, peraltro con il merito di essere sostenibile a livello economico e ambientale. Perciò, l'obiettivo complessivo è raddoppiare il numero di chilometri percorsi in bici in Europa oggi, entro il 2030.

Pedalare non solo in città, via alle "autostrade ciclabili" verso le aree suburbane

Tra i primi passi ci deve essere quello di collegare meglio le periferie e i centri urbani, con piste ciclabili apposite che il piano definisce "autostrade ciclabili". In questo modo, diventerebbe più facile utilizzare la propria bici come mezzo di trasporto sicuro, senza la necessità di muoversi su strade trafficate e dove le auto vanno ad alta velocità.

In più, il piano chiede che venga favorita la cosiddetta multimodalità, cioè la possibilità di integrare in modo comodo ed efficace la bici con diversi mezzi di trasporto: ad esempio portare la propria bicicletta a bordo del treno, oppure parcheggiarla in uno spazio apposito al di fuori della stazione e poi andare a prendere altri mezzi di trasporto pubblici per spostarsi.

Più biciclette "Made in Europe" con incentivi per il settore

C'è anche l'altro aspetto, quello dell'industria delle biciclette. Il piano del Parlamento europeo spinge gli Stati del'Ue a incentivare la produzione di bici e componenti "Made in Europe". Un modo per cercare di ridurre la differenza con altri Paesi del mondo che investono molto di più in questo settore. Questo potrebbe portare a "posti di lavoro di alta qualità, la creazione di poli ciclistici e il miglioramento della formazione professionale" per chi lavora nel comparto ciclistico.

Nel 2021, secondo i dati di Eurostat, l'Unione europea ha prodotto 13,5 milioni di biciclette, con una forte differenza tra Stati membri: 2,9 milioni sono stati costruiti solo in Portogallo. L'Italia si è piazzata al terzo posto in questa classifica, con 1,9 milioni di biciclette prodotte, dopo la Romania (2,5 milioni) e davanti a Germania (1,4 milioni) e Polonia (1,2 milioni). Più indietro, con numeri ben al di sotto del milione di unità prodotte, anche Spagna e Francia. Uno dei fenomeni positivi che il Parlamento europeo vorrebbe incentivare è quello del reshoring: aziende nate in Europa, poi andate all'estero per convenienza economica, che scelgono di tornare nell'Ue per facilitare la produzione.

Meno tasse sulle bici, la richiesta di abbassare l'Iva

Uno dei modi più significativi in cui questo potrebbe avvenire, secondo la "cycling strategy", è riducendo l'Iva sulle biciclette. Lo ha già fatto il governo portoghese, che a novembre 2022 ha portato la tassa sulle biciclette dal 23% al 6%. Il Parlamento europeo ha deciso di allargare questa proposta a tutti gli Stati membri dell'Ue, e non solo per la vendita di bici: il piano sarebbe di abbassare le imposte anche sul noleggio, così come sulla riparazione.

"Il Parlamento europeo chiede alla Commissione lavorare a una strategia inter-istituzionale" che tocca "temi molto concreti, tutti i punti cardine delle nostre richieste", ha detto Manuel Marsilio, general manager della Confederazione dell’industria ciclistica europea (Conebi). Ora starà "alla Commissione Europea e agli Stati membri dialogare con il Parlamento in questa direzione", ha concluso.

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