Multe ridotte per chi non fa fatture e scontrini, come funziona il nuovo condono del governo Meloni
Nella bozza del decreto Energia che sarà discusso lunedì dal Consiglio dei ministri, il governo ha inserito una serie di misure che – come capita spesso – non hanno a che fare con l'argomento principale, cioè il bonus benzina e la conferma dei bonus bollette . Ci sono una serie di proroghe, che vanno dal bonus mutui per under 36 ad aspetti più tecnici. E poi c'è anche quella che è sostanzialmente una sanatoria, o un condono fiscale, rivolto agli esercenti e alle partite Iva: un forte sconto sulle multe per chi non ha fatto gli scontrini o le fatture tra 2022 e 2023.
Il testo dell'articolo, in una bozza che Fanpage.it ha letto, riporta che ci sarà uno sconto per tutti i contribuenti che, dal 1 gennaio 2022 al 30 giugno 2023, hanno "commesso una o più violazioni in materia di certificazione dei corrispettivi", cioè non hanno fatto scontrini, ricevute fiscali o fatture. Oppure li hanno fatti, ma per cifre ridotte. Si rivolge quindi a commercianti, partite Iva, ma anche altri tipi di esercizi commerciali come i ristoranti. Possono rientrare in questa sanatoria tutte quelle violazioni che sono state accertate fino al 30 settembre, quindi fino alla fine della prossima settimana. Sono esclusi dal condono coloro che non hanno presentato le dichiarazioni annuali, e anche chi ha contestato le violazioni.
Le multe da pagare per mettersi in regola saranno pari a "un diciottesimo del minimo edittale" per quella infrazione. L'importo del minimo edittale può variare in base al tipo di irregolarità, ma il versamento minimo è fissato dal decreto a 2mila euro. Per rendere un'idea delle proporzioni, con questa riduzione chi risulta dover pagare 36mila euro di multa, ne pagherebbe 2mila. Per usufruire dello sconto, il pagamento andrà fatto entro il 15 dicembre 2023. Un'ulteriore comodità: normalmente un'esercente che commette quattro violazioni di questo tipo in cinque anni si vede sospesa la licenza o l'autorizzazione a esercitare la sua attività, per un periodo da tre giorni a un mese; ma gli illeciti che saranno sanati con il condono non conteranno, in questo calcolo.
Il condono, a differenza di quanto avvenuto in altri casi in passato, non esonera dal pagamento delle altre spese. Per risolvere i propri problemi con il Fisco, quindi, bisognerà pagare le maggiori imposte e gli interessi, oltre alla sanzione molto ridotta. In più, il governo ha deciso di non ricorrere al cosiddetto "scudo penale": per chi ha commesso il reato di riciclaggio, eventualmente collegato alla mancanza di scontrini e fatture, resteranno le conseguenze penali. In particolare, l'articolo 648 bis del codice penale prevede la reclusione da quattro a dodici anni e la multa da 5mila a 25mila euro per questo reato.
Lo scopo della misura sembrerebbe quello di permettere al governo di fare cassa, prima della fine dell'anno, per avere fondi in più a disposizione della manovra. Infatti, la possibilità di chiudere la questione in fretta (e con un esborso molto minore) potrebbe spingere commercianti e partite Iva a sanare la propria posizione con l'Agenzia delle Entrate entro la data prevista, cioè il 15 dicembre, e aumentare così le entrate per lo Stato. Non a caso, nello stesso decreto vengono anche prorogati i termini per il pagamento dell'imposta sostitutiva sulle criptovalute, pari al 26%. Il termine passa dal 30 settembre al 15 novembre, probabilmente nella speranza di incassare di più.