video suggerito
video suggerito

Arriva il divieto d’ingresso in Europa: cosa dice la bozza del nuovo regolamento Ue sui rimpatri

La Commissione Europea ha proposto un nuovo regolamento sui rimpatri che, se adottato, punterebbe a fornire regole più chiare e procedure uniformi per i Paesi membri. Il testo introduce un “Ordine di rimpatrio europeo” e prevede il divieto di ingresso per chi non collabora con il rimpatrio volontario. Tra le novità, anche la possibilità di accordi con Paesi terzi per la gestione dei migranti irregolari, dei veri e propri Hub extra Ue.
A cura di Francesca Moriero
29 CONDIVISIONI
Immagine

Nel nuovo regolamento Ue sui rimpatri, procedure semplificate per l'espulsione degli irregolari, accordi con Stati extra Ue per la creazione di centri di detenzione e un "Ordine di rimpatrio europeo" per uniformare le decisioni nei 27 Paesi membri. La Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento per uniformare le procedure di rimpatrio, con l'obiettivo di superare l'attuale sistema "frammentato". Ogni Stato, infatti, applica oggi regole e criteri differenti, creando molto spesso delle inefficienze. Il nuovo regolamento introdurrebbe invece un "Ordine di rimpatrio europeo", che dovrebbe consentire decisioni più rapide e uniformi. Gli Stati membri saranno così obbligati a seguire le stesse regole per migliorare l’efficacia del processo e ridurre le possibilità di elusione.

Permangono però interrogativi sull'applicazione pratica delle norme e sulla tutela dei diritti fondamentali delle persone migranti. Sarà cruciale garantire infatti che le autorità dispongano degli strumenti necessari per monitorare l'esecuzione delle decisioni e verificare come verranno tutelati i diritti dei migranti nei singoli Paesi. Il rischio, senza adeguati controlli, è che possano infatti verificarsi violazioni degli standard internazionali, con situazioni di vulnerabilità.

Divieto di ingresso in Europa per chi non collabora

Una delle misure più significative del regolamento riguarda l'introduzione di un divieto di ingresso nell'Ue per coloro che non partecipano al processo di rimpatrio volontario o che non rispettano i termini per lasciare il Paese. Il divieto può durare fino a dieci anni e si applicherà anche a chi attraversa i confini interni dell'Ue senza autorizzazione. Sarà poi anche imposto anche a chi rappresenta una minaccia per la sicurezza degli Stati membri. Questo dovrebbe rafforzare la credibilità della politica migratoria europea, ma l'applicazione di criteri rigidi potrebbe portare a decisioni troppo automatiche, senza tenere conto delle specifiche circostanze individuali.

Hub di rimpatrio e accordi con Paesi terzi

Il regolamento prevede la possibilità di rimpatriare migranti irregolari verso Paesi terzi con cui l'Ue ha stipulato accordi specifici. Questi "hub di rimpatrio" dovranno rispettare gli standard internazionali in materia di diritti umani e il principio di non respingimento. Ogni accordo stabilirà le condizioni di soggiorno delle persone rimpatriate e includerà un meccanismo di monitoraggio. I minori non accompagnati e le famiglie con minori sono esclusi da questa misura e seguiranno procedure separate. Sarà fondamentale poi verificare come verrà garantito ilrispetto degli accordi da parte dei Paesi terzi coinvolti e quali garanzie concrete saranno fornite per proteggere i migranti rimpatriati.

Le reazioni politiche al nuovo regolamento Ue sui rimpatri

La proposta di regolamento ha suscitato immediate reazioni nel panorama politico italiano: il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fratelli d'Italia), ha definito la revisione delle norme "una razionalizzazione necessaria", sottolineando che gli Stati membri avranno finalmente un approccio comune nella gestione dei rimpatri. Secondo Rampelli, il nuovo regolamento rappresenta "una conquista" che pone fine a un sistema frammentato e inefficace. Anche Maurizio Gasparri (Forza Italia) ha espresso un giudizio positivo sulla proposta, considerandola un passo avanti per garantire maggiore sicurezza in Europa. Secondo Gasparri, la regolamentazione più rigida rappresenta un segnale chiaro contro l’immigrazione irregolare e dimostra che "la linea della fermezza è l'unica strada da percorrere".

Secondo l'eurodeputata tedesca Birgit Sippel, coordinatrice S&D nella commissione per le libertà civili, il rimpatrio dei migranti deve essere parte di una gestione efficace dei flussi migratori, e una maggiore cooperazione tra i Paesi Ue potrebbe contribuire a migliorarne l'attuazione. In questo senso, lavorare congiuntamente al nuovo Patto su migrazione e asilo rappresenta, a suo avviso, la strada da seguire. Sippel critica però quelle che definisce "soluzioni innovative" già bocciate in passato, ritenendole inadeguate. A suo giudizio, l'Unione Europea non dovrebbe infatti prendere esempio da accordi come quello tra Regno Unito e Ruanda o quello tra Italia e Albania, perché presentano criticità legali e comportano costi elevati per i contribuenti senza garantire risultati concreti.

29 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views