Arriva il decreto Milleproroghe: salute, istruzione e Pa, tutti i rinvii all’esame del governo
Ultimo vertice dell'anno per il governo: il Consiglio dei ministri è convocato oggi a Palazzo Chigi nel primo pomeriggio, alle 15.30, per l'ultima riunione del 2023. Non sarà una semplice formalità per la chiusura dei lavori, visto che sul tavolo ci sono provvedimenti decisamente importanti e spinose questioni da sciogliere. La prima voce all'ordine del giorno è chiaramente il decreto Milleproroghe, un provvedimento che alla fine di ogni anno rinvia termini e scadenze di diverse misure, che introdurrà novità in tema di pensioni e smart working. Non solo si allungano i tempi per alcune norme, all'occorrenza, ma tutto quello che non riesce a trovare uno spazio in legge di Bilancio solitamente viene inserito in questo decreto.
La bozza circolata nelle ultime ore conta 23 articoli, in cui vengono inserite le proroghe dei termini per quanto riguarda diverse materie, dalla pubblica amministrazione alla sanità, passando per istruzione, editoria e previdenza. Ci sono poi rinvii legati alle competenze dei singoli ministeri.
Uno dei temi su cui è rimasta alta l'attenzione in questi giorni è quello dello smart working per il settore pubblico. Se con il decreto Anticipi la possibilità di ricorrere al lavoro agile per i fragili e per i genitori con figli under 14 era stata prorogata fino al 31 marzo nel settore privato, in quello pubblico la scadenza è rimasta al 31 dicembre 2023. Si tratta di un provvedimento però difficile da realizzare, in quanto comporterebbe oneri considerevoli.
Un altro punto su cui si erano concentrate le discussioni nei giorni scorsi riguardava, ancora una volta, le pensioni dei medici: se nella Manovra il governo aveva fatto dietrofront davanti alla possibilità di alzare ulteriormente l'età pensionabile a 72 anni, starebbe comunque valutando un ragionamento in vista del Milleproroghe.
Si parla poi dell'eventualità di posticipare la fine del mercato tutelato del gas (in scadenza il prossimo 10 gennaio), come già fatto per quello dell'energia, così come si discute della richiesta di proroga per le graduatorie dei concorsi pubblici.