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Arriva estensione parziale green pass: quando diventerà obbligatorio per lavoratori Pa e privati

Il Consiglio dei ministri che si riunirà oggi dovrebbe varare l’obbligo di green pass solamente per il personale che effettua pulizie nelle scuole, quello delle mense scolastiche e i lavoratori esterni delle strutture sanitarie come le Rsa. Per i lavoratori dei luoghi in cui la certificazione è già obbligatoria (ristoranti, bar, cinema, palestre), per quelli della Pa e quelli del settore privato si dovrà invece attendere: l’obbligo potrebbe essere introdotto per step.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il primo intervento sarà solo parziale: il Consiglio dei ministri atteso per oggi alle 12 dovrebbe estendere l’obbligo di green pass solamente per ditte di pulizie che lavorano nelle scuole, per il personale delle mense scolastiche e per i lavoratori esterni che entrano in contatto con le strutture sanitarie come le Rsa. Slitta, quindi, l’estensione ai lavoratori della pubblica amministrazione, a quelli del settore privato e a tutti i dipendenti di quei luoghi in cui il green pass è obbligatorio per l’ingresso (pensiamo, per esempio, a bar, ristoranti, cinema e palestre). La volontà del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sembra essere quella di procedere per step: un primo provvedimento, che arriverà oggi, riguarderà solo i settori che hanno a che vedere con scuola e sanità; poi, dalla prossima settimana, si dovrebbe intervenire sui settori in cui la certificazione viene già richiesta e, infine, si passerà al nodo della Pa e delle aziende private.

Il primo step: obbligo per Rsa e mense

Di fatto il governo rallenta e stila una sorta di calendario – senza date precise – per l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass. Si partirà con il personale delle ditte di pulizia che operano nelle scuole, con i dipendenti delle mense scolastiche e con i lavoratori esterni che entrano in contatto con le strutture del settore sanitario, come le Rsa. L’obbligo, per questi settori così come per quelli su cui ci saranno interventi futuri, dovrebbe scattare non prima di 15 giorni per dare il tempo ai lavoratori di ricevere almeno la prima dose e far passare le due settimane dalla vaccinazione necessarie per avere il green pass.

Il green pass per chi lavora dove la certificazione è obbligatoria

La seconda tappa verrà stabilita con un successivo Consiglio dei ministri, che dovrebbe arrivare nella prossima settimana e comunque non prima di metà settembre. In quell’occasione si dovrebbe stabilire l’obbligo di green pass per i lavoratori di quei settori in cui la certificazione è già necessaria per accedere: bar, ristoranti, locali, ma anche cinema e teatri. Stesso obbligo dovrebbe scattare per chi lavora in luoghi come palestre e piscine, a cui già si accede solamente se si è in possesso della certificazione verde. A queste categorie si potrebbero aggiungere gli autisti dei mezzi del trasporto pubblico locale. Si ragiona, inoltre, sulla possibilità di estendere l’obbligo anche ai lavoratori che entrano in contatto con il pubblico, come quelli che lavorano agli sportelli.

L’ultima tappa: Pa e aziende private

Si arriverà così a ottobre, quando l’obbligo potrebbe scattare per altre categorie. La prima è quella dei lavoratori della pubblica amministrazione, per i quali si dovrebbe prevedere una piattaforma specifica per semplificare i controlli, sul modello che già si utilizzerà per il personale scolastico. L’ultimo step, su cui la discussione è ancora tutt’altro che chiusa, riguarderà le aziende private: l’obbligo – comunque non scontato – potrebbe scattare insieme a quello previsto per la Pa o anche in un momento successivo e potrebbe riguardare tutto il settore privato, dalle grandi imprese alle piccole aziende. Su questo punto resta da sciogliere il nodo dei tamponi, che lo Stato non sembra intenzionato a pagare se non per le persone fragili, anche perché l’eventuale gratuità dei test rischia di diventare un disincentivo alla vaccinazione. Sulla questione, inoltre, ci sono da risolvere i problemi politici, con l’opposizione della Lega di Matteo Salvini.

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