Arresto genitori Renzi, il giudice conferma i domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze ha deciso di non revocare la misura cautelare degli arresti domiciliari per i genitori dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Tiziano Renzi e Laura Bovoli rimarranno quindi agli arresti domiciliari. Il gip del tribunale di Firenze, Angela Fantechi, ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare che era stata avanzata dal legale della coppia. I due sono accusati di bancarotta e false fatturazioni nell'ambito di un'inchiesta della procura di Firenze, in merito al fallimento di alcune cooperative collegate alla loro azienda di famiglia, la Eventi 6. I genitori dell'ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd sono ai domiciliari dal 18 febbraio. Nell'ambito della stessa inchiesta è finito ai domiciliari anche l'imprenditore Mariano Massone. Gli indagati sono, in tutto, 18.
Negli scorsi giorni la procura di Firenze aveva dato parere negativo alla richiesta di revoca degli arresti domiciliari avanzata dal legale dei due coniugi, Federico Bagattini. La richiesta era arrivata a margine dell’interrogatorio di garanzia e la procura ha dato quasi subito parere contrario, depositando il suo giudizio il 26 febbraio. Dopo il parere espresso dalla procura, spettava al giudice per le indagini preliminari, Angela Fantechi, decidere se accettare o rifiutare la revoca richiesta dai genitori dell’ex presidente del Consiglio per “la totale insussistenza delle esigenze cautelari”.
Gli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano stati comminati per il pericolo di reiterazione del reato. In particolare, si ipotizzava il rischio che la società Eventi6 potesse avvalersi di altre cooperative. Ma, secondo il legale dei coniugi Renzi, “questo rischio si azzera nel momento stesso in cui si dismette la carica di amministratore della società Eventi6 e nel momento stesso nel quale il maggior cliente di Eventi6 ha disdetto il contratto il 31 dicembre 2018: cioè quel contratto che veniva eseguito da parte della cooperativa Marmodiv srl non c’è più”.