Arrestato in Francia l’uomo accusato insieme a Ilaria Salis: cosa rischia ora l’europarlamentare
È stato arrestato a Parigi Rexino Arzaj, detto Gino, che assieme a Ilaria Salis, era stato accusato nel febbraio dello scorso anno di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra a Budapest. Ora l'antagonista milanese, su cui pende un mandato d'arresto europeo potrebbe essere consegnato all'Ungheria.
La notizia dell'arresto di Arzaj è stata diffusa sui social dei gruppi di estrema sinistra, i quali hanno reso noto che l'uomo si trova detenuto nel carcere di Fresnes, dove attende la decisione dei giudici francesi sulla sua estradizione.
Secondo alcuni organi di stampa, l'esito della richiesta di estradizione da parte della magistratura ungherese potrebbe avere delle ricadute sul caso di Salis. Un mese fa l'Ungheria ha invocato la revoca dell'immunità parlamentare dell'eurodeputata su cui Bruxelles è chiamata a pronunciarsi.
Salis aveva richiesto che la domanda venisse respinta perché in Ungheria "non sussistono le condizioni minime affinché possa svolgersi un processo giusto", aveva spiegato. "Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista", aveva precisato.
Se i giudici francesi dovessero confermare che le accuse nei confronti di Arzaj sono fondate e non sono la conseguenza di una persecuzione politica – è la tesi di alcuni – il Parlamento europeo potrebbe incontrare qualche difficoltà nel respingere la richiesta di revoca. Le due cose però, non sono necessariamente collegate e non è detto che l'eventuale estradizione dell'antagonista in Ungheria inciderà davvero sul pronunciamento dell'Eurocamera su Salis.
D'altronde le vicende riguardanti gli altri esponenti dei collettivi antifascisti che avrebbero preso parte insieme a Salis alle aggressioni nei confronti dei partecipanti della cerimonia dell'ultradestra della "Giornata dell'Onore", hanno avuto corsi molto diversi fra loro.
I due tedeschi Tobias Edelhoff e Annah Mewald erano stati arrestati prima che lasciassero l'Ungheria, come accaduto all'europarlamentare di Avs. Mentre per il milanese Gabriel Marchesi e la tedesca Maja T. era scattato il mandato d'arresto europeo.
La Germania aveva risposto alla richiesta di estradizione di Maya T. con l'arresto della donna e la sua consegna alla magistratura ungherese. Per quanto riguarda Marchesi invece, la Corte d'Appello di Milano aveva deciso di non estradare l'uomo paventando il rischio che questi potesse subire trattamenti inumani all'interno delle carceri magiare.
La commissione di Giustizia di Strasburgo quindi, a cui spetterà la decisione su Salis, potrebbe anche non tenere conto del verdetto sull'estradizione di Arzaj, indipendentemente da come i giudici francesi si pronunceranno.
La reazione di Ilaria Salis all'arresto di Arzaj
Ilaria Salis ha espresso la sua preoccupazione per l'arresto "dell'amico e compagno Gino" attraverso un post su X. "A quanto pare, è l'Ungheria di Orban a richiedere la sua estradizione, accusando pure lui di essere coinvolto in fatti avvenuti a margine delle contro-manifestazioni antifasciste alla "Giornata dell'Onore" neonazista a Budapest, in quel famigerato febbraio del 2023, quando anche io fui arrestata", ha commentato l'europarlamentare.
"Gino è arrivato in Italia quando aveva tre anni, dove ha avuto residenza regolare e continuativa per più di vent'anni. Eppure, per colpa del razzismo sistemico del nostro paese, gli è stata negata la cittadinanza, con il pretesto di alcune segnalazioni di polizia per il suo generoso impegno come attivista nei movimenti", ha proseguito. "Gino per me è un compagno, un amico e un fratello. Tuttavia, la solidarietà non è solo una questione umana e personale, ma anche e soprattutto politica. Ancora una volta il tiranno Orban prova a calpestare i valori dell'antifascismo e dello stato di diritto. La mia vicenda dimostra chiaramente che, per Gino e per tutti gli antifascisti, in Ungheria non è possibile aspettarsi né un processo giusto né una detenzione che rispetti i diritti fondamentali. Auspico che la stessa energia collettiva che è stata in grado di liberarmi e riportarmi a casa possa incidere sulla realtà anche questa volta", ha concluso.