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Scandalo in Vaticano

Arrestato a Dubai Gianluigi Torzi, il broker condannato dal Vaticano per truffa

Gianluigi Torzi, broker molisano di 44 anni che è stato condannato in primo grado per truffa dal Vaticano, è stato arrestato a Dubai dalla polizia degli Emirati Arabi. Non è ancora chiaro se si tratta di un mandato di cattura internazionale emesso dall’Italia.
A cura di Luca Pons
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È stato arrestato a Dubai Gianluigi Torzi, il broker che negli scorsi anni è stato al centro di uno scandalo sui fondi del Vaticano e che poche settimane fa era stato condannato a sei anni dal Tribunale della Santa Sede, in primo grado, per la gestione dei soldi della  Segreteria di Stato e la compravendita di un palazzo a Londra, in Sloan Avenue.  Secondo quanto riportato da LaPresse, nelle scorse ore sarebbero intervenuti "apparati" di polizia degli Emirati Arabi. Non è ancora chiaro se sia stato eseguito un mandato di cattura internazionale emesso dall'Italia.

La condanna di Torzi in Vaticano era arrivata insieme a quella del cardinale Becciu, ed era per truffa aggravata, estorsione in concorso e autoriciclaggio. È stato assolto invece dal reato di peculato, cioè dall'ipotesi che avesse venduto il palazzo di lusso a Londra a un prezzo troppo alto. A quanto è risultato dal procedimento, il broker sarebbe intervenuto insieme alla Segreteria di Stato vaticana per comprare l'immobile da una società del finanziere Raffaele Mincione, ma avrebbe conservato alcune azioni e le avrebbe poi vendute al Vaticano. Dopo la condanna in primo grado è già arrivata l'impugnatura in appello da parte di tutti gli imputati.

Torzi, 44 anni e molisano, è coinvolto anche in indagini e procedimenti da parte delle procure di Roma e di Milano. A Roma, la Procura ha ricostruito che parte dei 15 milioni di euro che sarebbero stati derivati dalla presunta truffa al Vativano sarebbero poi stati usati per comprare azioni di società quotate in Borsa. I soldi sarebbero stati provenienti dall'Obolo di San Pietro, il fondo del Vaticano per le opere caritatevoli e il sostegno ai poveri. L'operazione finanziaria avrebbe avuto lo scopo di rendere più difficile capire la provenienza dei soldi.

A Milano, invece, è già arrivato il rinvio a giudizio – insieme ai manager Giacomo Garbuglia, Giuseppe Roveda, Giancarlo Andreella e Fabrizio Rizzo – per manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza Consob e corruzione fra privati. Il caso è quello dei 35 milioni di euro di azioni di una società immobiliare milanese, Aedes SIIQ, che sarebbero stati utilizzati per varie operazioni finanziarie poco limpide.

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