Arianna Meloni: “Giorgia è stimata ovunque, renderà l’Italia centrale in Europa”
"Giorgia è stimata ovunque. Tutti la guardano come un esempio". Ne è sicura Arianna Meloni, sorella della premier e a capo della segreteria politica di Fratelli d'Italia. A meno di un mese dalle elezioni europee, con la campagna elettorale ormai entrata nel vivo, anche la numero due di FdI, che pure ha deciso di non candidarsi, è scesa in campo per sostenere "Giorgia" e il partito. "È una persona che non è mai scesa a compromessi, che è arrivata al governo dicendo quel che pensa e facendo quel che dice. Tutto il partito è così".
"Noi siamo una comunità umana e politica con i piedi per terra, che porta avanti valori precisi e una visione chiara e coerente. Niente promesse mirabolanti, nulla che non si senta in grado di poter realizzare. In una parola: serietà", ribadisce intervistata dal Giornale. A proposito del programma europeo di Fratelli d'Italia, dice: "Vorremmo portare l'Europa a essere centrale in Occidente, e l'Italia a essere centrale in Europa in tutti i processi decisionali: dallo sviluppo industriale alla difesa comune, dalla gestione dei fenomeni migratori alla Pac, la politica agricola. Le imminenti elezioni sono una straordinaria occasione per cambiare l'assetto politico europeo e fare dell'Italia, dell'orgoglio italiano, il perno di una nuova Europa".
Anche sulla tenuta della coalizione di governo la sorella della premier non ha dubbi. "La maggioranza che sostiene Giorgia non è un'alleanza di partiti che in campagna elettorale si sono fatti la guerra per poi governare insieme nel nome di qualche poltrona. Noi siamo andati al voto insieme ai nostri alleati con un programma comune, lo abbiamo sostenuto in campagna elettorale e, una volta vinte le elezioni, abbiamo iniziato a realizzarlo". Alle europee però si vota con un sistema proporzionale, ogni partito correrà da solo e le prime differenze tra i tre alleati di governo in corsa per Bruxelles sono già emerse. A partire dal sostegno a Ursula von der Leyen, passando per quello a Trump, fino a arrivare ad alcuni dei più importanti dossier internazionali. Bisognerà quindi attendere l'8 e il 9 giugno per capire realmente come l'esito delle urne finirà per interferire nei rapporti tra le tre forze politiche.
Per Arianna Meloni con il governo finisce la "politica delle mance"
Per Arianna Meloni gli obiettivi dell'attuale governo "sono molti. Se dovessi sceglierne uno, direi: portare la Nazione a sentirsi una vera e propria comunità nazionale. Riscoprire il senso civico, l'orgoglio e l'appartenenza. Sentirsi un'unica comunità significa anche, in concreto, riconoscere il merito, premiarlo, ma non lasciare mai indietro i più fragili e i meno fortunati. Però, aiutare i più deboli non significa, in automatico, politica delle mance. E questo il governo Meloni lo ha messo in chiaro sin da subito", sostiene. "Le maggioranze erano divise su tutto, e allora cercavano il facile consenso attraverso le mance, abbandonando le politiche attive per il lavoro e preferendo l'assistenzialismo di Stato. Noi di FdI vogliamo cambiare questo approccio".
Sul premierato invece, la riforma che Giorgia Meloni ha definito "la madre di tutte le riforme", dice: "È una delle nostre storiche battaglie, restituire agli italiani vera centralità dando loro la facoltà di scegliere da chi essere governati. Basta con i giochi di Palazzo, con manovre sotterranee in barba alla volontà del popolo. Vogliamo che non accada più che chi non vince le elezioni possa comunque governare e realizzare un programma bocciato nelle urne". Torna anche sull'immigrazione e in particolare sul Piano Mattei, che Arianna Meloni sostiene essere "nell'interesse reciproco di Italia e Africa. Promuove e organizza lo sviluppo per le nazioni africane, e non a discapito di esse. Abbiamo appena iniziato ma già si sta superando quell'approccio da un lato predatorio e dall'altro esclusivamente inclusivo che mai ha saputo risolvere il fenomeno dell'immigrazione incontrollata".
Sulle recenti contestazioni che hanno riguardato la ministra Roccella agli Stati Generali della Natalità, dice: "È un bene contestare quel che si considera sbagliato, soprattutto quando si è giovani. Ma attenzione, un conto è la contestazione entro il perimetro delle regole democratiche, altro è assistere a una dinamica di aggressione e sopraffazione come quella di cui è stata recentemente vittima il ministro Roccella, alla quale non è stato consentito di esprimere le proprie idee. Questo non è tollerabile e in tal senso mi riconosco totalmente nelle parole del presidente Mattarella, che ha voluto esprimerle vicinanza e solidarietà", conclude.