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Covid 19

Arcuri dice che non siamo in ritardo sui vaccini: “Partiti da 4 giorni, presto per bilanci”

Il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, rassicura sui tempi delle vaccinazioni e ritiene che al momento non ci siano ritardi nella somministrazione delle dosi in Italia: “Sono passati solo 4 giorni dall’inizio della campagna, è davvero presto e sarebbe strumentale fare già consuntivi”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, difende l’operato suo e del governo sulla somministrazione dei vaccini anti-Covid. Arcuri scrive una lettera al Corriere della Sera, sostenendo che al momento non ci siano ritardi o che, in ogni caso, è ancora presto per dare giudizi su come stia andando la campagna vaccinale appena partita. “Sono passati solo 4 giorni dall’inizio della campagna, è davvero presto e sarebbe strumentale fare già consuntivi. Sono certo che lo spirito di collaborazione che abbiamo messo in campo porterà rapidamente ad azzerare queste asimmetrie. E se così non sarà di certo non mi esimerò dal denunciarlo”, afferma facendo riferimento alla disparità tra le Regioni che hanno somministrato più del 50% delle dosi e quelle che invece sono ferme al 10% o meno.

Le dosi dei vaccini in Italia

Arcuri sottolinea come gli elementi essenziali di questa campagna vaccinale siano un numero adeguato di dosi, un piano logistico e organizzativo efficiente e strutture adeguate. I vaccini opzionati, scrive il commissario, sono sei e “porterebbero in Italia 178 milioni di dosi quest’anno e 48 nel 2022”. L’Italia riceverà quest’anno 40 milioni di dosi Pfizer, di cui 2,3 milioni a gennaio e 1,8 a febbraio, con un ritmo di 470mila a settimana. Poi si attende l’ok al vaccino Moderna, che porterebbe in Italia altre 20 milioni di dosi. Arcuri rivendica che “in poche ore i vaccini, insieme a siringhe, aghi e diluenti, sono stati consegnati ai 293 punti di somministrazione preposti alla vaccinazione. Che spetta alle Regioni”. Il vaccino – sottolinea – è gratuito per tutti e non è obbligatorio per nessuno. Sono state individuate le categorie dei cittadini da vaccinare nel corso del tempo in funzione di due parametri: il livello di esposizione potenziale al contagio e la fragilità.

Arcuri e la campagna di vaccinazione

Arcuri ricorda che si è partiti con il personale sanitario, “con l’obiettivo di far diventare «Covid-free» i nostri ospedali, nonché il personale e gli ospiti delle RSA, perché non siano mai più teatro di quei terribili focolai.1 milione e 800 mila persone a cui contiamo di somministrare entrambe le dosi entro il prossimo mese”. Poi si andrà avanti: “A febbraio partiremo con le persone che hanno più di 80 anni, oltre 4 milioni. Poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti e il personale scolastico, i fornitori di servizi pubblici essenziali, gli operatori del trasporto pubblico locale, il personale carcerario e i detenuti. E, infine, il resto della popolazione. Serviranno milioni di dosi (fino a 120 per tutti gli italiani) e, quando ci saranno, sarà avviata la campagna di vaccinazione di massa, che speriamo di concludere in autunno”. Per queste fasi successive, assicura ancora il commissario, i punti di somministrazione “diventeranno 1500, uno ogni 40mila abitanti”.

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