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Arabia Saudita e Russia tagliano produzione di petrolio, rischio di nuovi rialzi per prezzo benzina

I due Paesi dell’Opec+, tra i principali esportatori di petrolio, hanno prolungato il taglio della produzione. Il prezzo del petrolio è immediatamente salito, e questo potrebbe avere un effetto sulle tariffe di benzina e gasolio nei distributori italiani. Il governo Meloni continua a valutare il bonus benzina da 150 euro.
A cura di Luca Pons
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Il prezzo del petrolio potrebbe essere destinato a continuare a salire anche nei prossimi mesi, portando a sua volta benzina e gasolio verso tariffe più alte di quelle attuali. Il motivo è che due tra i più importanti Paesi esportatori di petrolio, Arabia Saudita e Russia, hanno deciso che continueranno a tagliare la produzione di greggio nei prossimi mesi: un milione di barili al giorno in meno per i sauditi, 300mila barili al giorno per i russi. L'annuncio, arrivato nel pomeriggio, ha fatto immediatamente schizzare in alto le quotazioni del petrolio (che sul Brent, il mercato europeo, ha superato i 90 dollari per la prima volta dal novembre 2022).

La decisione era già stata annunciata a giugno, e infatti dal mese di luglio era iniziata la salita dei prezzi del petrolio. D'altra parte, questo è lo scopo dei due Paesi, membri importanti dell'Opec+, organizzazione che raccoglie i produttori di greggio: far salire il prezzo della materia prima, per poter guadagnare di più dalla sua vendita. La quotazione del petrolio è tra i fattori più indicati per spiegare l'aumento del prezzo della benzina e del gasolio, anche in Italia. Questo significa che probabilmente il caro benzina non si fermerà nei prossimi mesi, e le tariffe potrebbero continuare a crescere.

La linea ‘dura' scelta da Arabia Saudita e Russia, che continueranno con i tagli della produzione nella speranza che i prezzi salgano ancora, potrebbe quindi avere delle ripercussioni anche sui consumatori italiani. Oggi la benzina è costata in media 2,028 euro al litro in autostrada, mentre nelle Regioni italiane il prezzo è andato dall'1,938 euro di Veneto e Marche all'1,995 euro di Bolzano.

Se le tariffe continueranno a salire ancora, il governo Meloni potrebbe trovarsi costretto a un intervento. Nelle scorse settimane l'esecutivo ha già escluso in più occasioni l'idea di tornare a un taglio delle accise, come avvenuto nel 2022 durante il governo Draghi. L'ipotesi sul tavolo, invece, è quella di un bonus benzina da 150 euro.

Questo dovrebbe funzionare in modo simile alla recente carta acquisti spesa, e quindi essere rivolta solo alle fasce di reddito più basse. Al momento non ci sono dettagli sicuri sulle tempistiche del bonus. Certo è che se i prezzi dei carburanti continueranno a salire, in un periodo in cui il governo si metterà al lavoro anche sulla legge di bilancio, trovare le risorse per un nuovo sussidio potrebbe non essere semplice.

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