Abbiamo raggiunto al telefono Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere, che da ieri si sta occupando di raccontare il lavoro a bordo della nave Aquarius svolto dal personale sanitario dell'associazione umanitaria. Gli uomini e le donne di MSF sono imbarcati sulla nave soccorso dell'Ong SOS Mediterranee, che è ferma tra le acque italiane e quelle maltesi, con a bordo oltre 600 migranti soccorsi in mare, dopo che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha vietato lo sbarco in Italia. Ora dalla nave arriva l'appello per raggiungere un porto sicuro viste le difficili condizioni di salute di molti dei migranti soccorsi, che rischiano di incorrere in complicazioni.
Come stanno gli uomini, le donne e i bambini a bordo dell'Aquarius?
Cominciamo con un po' di numeri. Al momento ci sono 629 persone. Abbiamo contato 123 minori non accompagnati, circa 80 donne di cui 7 incinta. Ci sono poi persone che il nostro team medico ha rianimato dopo che sono state soccorse in mare, con principi di annegamento e ipotermia. Per questo ci sono rischi di problemi polmonari per alcuni pazienti, che potrebbero aggravarsi nelle prossime ore avendo aspirato acqua di mare. Sono i 15 casi di persone ustionate da acqua di mare e benzina, diversi poi i casi ortopedici che necessiterebbero di cure adeguate, probabilmente di essere operati e ovviamente non possiamo farlo a bordo. C'è poi una condizione di sovraffollamento perché la nave potrebbe contenere 500 persone.
Quella che descrivete è una condizione di emergenza umanitaria. Quanto ancora potete resistere? Gli aiuti promessi dal premier Giuseppe Conte sono arrivati?
Per tutta la giornata di oggi siamo in grado di dare da mangiare a le persone a bordo, dalla giornata di domani le nostre scorte alimentari saranno terminate. Per quanto riguarda le emergenze sanitarie è ovvio che queste persone dovrebbero essere curate in modo adeguato e non trovarsi in una barca in mezzo al Mediterraneo: la situazione è tale che richiede un immediato intervento. Al momento aiuti non ci sono stati consegnati, ma da quello che so alcune motovedette italiane sono in avvicinamento.
Cosa accadrà quando la nave andrà in "distress" come si usa in gergo? L'aquarius si dirigerà verso un porto italiano?
Noi in questo momento non possiamo fare altro che attendere delle istruzioni che devono arrivare dalle autorità italiane o da quelle maltesi. Noi abbiamo rivolto a entrambe la richiesta di concedere un porto di sbarco. In questa fase non stiamo neanche a disquisire gli aspetti legali. Si potrebbe discutere ad esempio del fatto che l'attività di coordinamento dei soccorsi – e il salvataggio dei migranti in mare è stato condotto sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana – termina con l'indicazione di un porto di sbarco. Potremmo dire che Malta in questi anni è stata ben distante dal prendersi ogni responsabilità nel salvataggio in mare e nella concessione di porti sicuri. Ma oggi il punto è ribadire che è inammissibile un braccio di ferro politico sulla salute e la vita di 629 persone, che sono state soccorse e che hanno bisogno quanto prima di essere sbarcate in un porto sicuro. Per questo il nostro appello è rivolto a tutte le autorità che hanno il potere di concedere un porto sicuro.