Approvato il nuovo decreto Superbonus al Senato, cosa cambia: tutte le novità e le nuove regole
Dal Senato arriva l'approvazione al decreto Superbonus, dopo giorni di dibattito accesissimo – anche all'interno della maggioranza. Alla fine il governo ha messo la fiducia, per chiudere la pratica in tempi rapidi e forse anche per assicurarsi che da Forza Italia non arrivassero voti contrari a sorpresa. Alla fine, Forza Italia ha annunciato il suo voto favorevole: i senatori a favore sono stati 101, mentre 64 i voti contrari.
Le norme del decreto sono quelle che cambiano le regole per il Superbonus, con l'obbligo di detrarre i crediti d'imposta in dieci anni invece che in quattro. C'è anche la possibilità per i Comuni di effettuare dei controlli nei cantieri che utilizzano il Superbonus, verificando se ci sono irregolarità rispetto ai lavori annunciato, e tenendosi poi la metà di quanto incassato da eventuali sanzioni. Ma si parla anche di sugar tax e plastic tax, oltre al bonus ristrutturazioni che viene ridotto al 30% a partire dal 2028. Si tratta di novità che non entreranno in vigore da subito, perché il testo ora passa alla Camera. Qui ci si aspetta che l'iter sarà più rapido e meno dibattuto.
Come cambiano le regole per il Superbonus e i crediti d'imposta
Per il Superbonus, il decreto è lo stesso che ha previsto un'ulteriore stretta sull'utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura. Non sarà possibile utilizzare questo tipo di esenzione per tutti gli interventi successivi al decreto, con alcune eccezioni per gli edifici nelle zone terremotate.
Soprattutto, con un emendamento presentato in Parlamento, il governo ha deciso di cambiare una delle regole del Superbonus, e in particolare quella sulla detrazione dei crediti fiscali. Prima, chi aveva fatto dei lavori e aveva diritto al bonus poteva ottenerlo scalando la somma dall'Irpef o dall'Ires per quattro anni, divisa in quattro parti uguali. Ora l'esecutivo ha allungato le scadenze: si dovrà dividere la somma in dieci anni. Farlo sarà un obbligo, e non una possibilità.
Per di più, la novità sarà retroattiva e si applicherà a tutte le spese effettuate dall'inizio del 2024. Questo aveva portato alle forti proteste di Forza Italia, che anche oggi ha contestato la norma in Senato. Tuttavia, alla fine il partito di Antonio Tajani ha votato a favore della fiducia: "Forza Italia ha votato con l’opposizione su alcuni emendamenti, ma nonostante il loro atteggiamento i lavori si sono conclusi in modo ordinato", ha commentato il senatore leghista Garavaglia intervenendo in Aula.
Quanto vale il bonus ristrutturazioni dopo il taglio
Un'altra novità del decreto Superbonus tocca un'altra agevolazione edilizia: il bonus ristrutturazioni. Oggi l'incentivo vale il 50% della spesa, fino a un tetto massimo di 96mila euro. Dall'anno prossimo è già previsto che scenda al 36% con un massimo di 48mila euro, a meno che il governo non decida di intervenire. E ora un intervento sembra molto improbabile, dato che con questo decreto l'esecutivo ha stabilito che dal 2028 al 2033 il bonus sarà ancora più ridotto: solo il 30% delle spese effettuate per dei lavori di ristrutturazione.
Cosa cambia per le banche
Una novità tecnica sul Superbonus tocca anche le banche. In particolare, dall'anno prossimo tutti gli istituti finanziari non avranno più la possibilità di compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e premi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Chi dovesse continuare a farlo, subirà una sanzione: il credito sarà recuperato con gli interessi, e seguirà una multa.
Altra regola che riguarda le banche, ma anche le assicurazioni e tutti gli intermediari finanziari, è quella ‘anti usura'. Infatti, chi ha pagato un credito del Superbonus meno del 75% del loro valore originale dovrà ripartire le rate in sei quote annuali, riscuotendolo subito, e senza possibilità di cederlo ulteriormente. Così si eviterà che possa guadagnarci rivendendo lo stesso credito a una percentuale più alta.
Cos'è il nuovo Fondo sisma
Il decreto stanzia 400 milioni di euro per permettere di continuare a usare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura con Ecobonus e Sismabonus nelle zone terremotate, colpite dai sismi del 2009 e del 2016. Questo fondo fa sì che le agevolazioni si possano usare solo in maniera limitata, cioè fino a quando i soldi non si esauriscono. Per di più, c'è un paletto: l'eccezione si applica solo alle nuove pratiche.
In più, un fondo da 35 milioni di euro viene dedicato alle altre zone colpite da terremoti, per interventi di riqualificazione strutturale ed energetica. Un ultimo stanziamento da 100 milioni di euro va invece agli enti del Terzo settore, associazioni di volontariato e di promozione sociale che usano i bonus edilizi.
Quando entra in vigore la sugar tax
Ha fatto molto discutere anche l'intervento sulla sugar tax, la tassa sulle bevande analcoliche zuccherate prevista dal governo Conte bis a fine 2019 e poi mai entrata in vigore. Il governo aveva proposto un emendamento che le avrebbe dato il via da luglio 2024, come già previsto nella scorsa legge di bilancio, invece di rimandarla ulteriormente come ci si aspettava che facesse.
In seguito alle proteste di Forza Italia e del settore delle bevande analcoliche, l'esecutivo ha cambiato linea. I fondi sono stati trovati e la tassa è stata rimandata fino al 1° gennaio 2025, quando poi dovrebbe entrare in vigore (a meno che non si trovino altre risorse e il rinvio continui). Lo stesso emendamento citava la plastic tax, l'imposta sulle plastiche monouso: anche questa avrebbe dovuto partire a luglio 2024, ma è stata rimandata fino a luglio 2026.