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Approvato il decreto Carceri, tutte le novità: pena in comunità, assunzioni e stretta sul 41 bis

Con il decreto Carceri il governo punta a risolvere la difficile situazione negli istituti penitenziari – tra sovraffollamento e un tragico tasso di suicidi in cella, oltre 60 da inizio anno – ma le opposizioni non sono d’accordo.
A cura di Annalisa Girardi
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Il via libera definitivo è atteso in mattinata, ma alla Camera il decreto Carceri è già stato blindato con la fiducia, approvata in Aula ieri sera poco prima della mezzanotte. A Palazzo Madama il provvedimento è già passato: contiene "misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del ministero della Giustizia" e tra gli obiettivi dichiarati c'è quello di semplificare le procedure per accelerare i tempi della burocrazia, attuare degli interventi per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, favorire le alternative della pena in comunità e disporre l'assunzione di circa mille agenti.

Una delle principali novità è proprio quella della costituzione di un albo di comunità dove accogliere alcuni detenuti, ad esempio coloro con un residuo di pena basso o con condanne per reati lievi, oppure ancora i tossicodipendenti. Un'altra misura riguarda l'aumento del numero di telefonate concesse, da 4 a 6 al mese, con la possibilità di un ulteriore incremento.

Si prevedono inoltre alcune modifiche alla disciplina del 41 bis, con l'esclusione all'accesso dei programmi di giustizia riparativa. Sul fronte del personale, oltre alle assunzioni, si prevedono anche modifiche alla formazione dei dirigenti penitenziari, il cui numero sarà allo stesso modo aumentato. Infine, viene introdotto una nuova casistica di reato, una sorta di "peculato per distrazione": l'obiettivo in questo caso è quello di evitare malintesi interpretativi per quanto riguarda l'atto illecito di destinazione di fondi per distrazione.

Secondo il governo con questo decreto si offre una risposta concreta alla difficile situazione nelle carceri, tra sovraffollamento e un tragico tasso di suicidi in cella. Solo ieri un detenuto si è tolto la vita nel carcere di Biella: stava facendo lo sciopero della fame per chiedere di essere trasferito vicino ai suoi familiari. Si tratta del 61esimo caso da inizio anno. Per l'opposizioni le misure contenute nel decreto sono "inutili" e non andrebbero effettivamente a migliorare le condizioni di vita nelle carceri.

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