Appendino: “M5s né di Conte né di Grillo ma della comunità, alleanza con Pd? Prima ritroviamo identità”
Il Movimento 5 stelle si avvicina alla sua assemblea costituente, che si terrà sabato 23 e domenica 24 novembre. Il voto degli iscritti sulle questioni fondamentali del futuro del Movimento, intanto, si è già aperto. Negli ultimi giorni ha fatto discutere una dichiarazione di Chiara Appendino, secondo cui il M5s rischia di essere "fagocitato" dal Pd se non trova una sua identità. Intervistata da Fanpage.it, la deputata e vicepresidente del Movimento ha ribadito il concetto e ha spiegato: "Diciamo chiaramente che cosa vogliamo fare, e poi ragioneremo di ipotetiche coalizioni".
Ora che la discussione sulla legge di bilancio entra nel vivo, Appendino ha anche tracciato una linea su c cosa il M5s "vuole fare". Un suo emendamento propone di aumentare la busta paga ai lavoratori in cassa integrazione. In generale, ha detto, "il Movimento 5 stelle, che è ancora importantissimo per questo Paese, debba trovare delle battaglie nuove, identitarie". E tra queste ci deve essere il sostegno a chi "fatica ad arrivare a fine mese".
Il vostro partito è quello che ha presentato più emendamenti alla manovra. Se dovesse dire tre cose che devono cambiare in questa legge di bilancio, quali sarebbero?
Intanto diamo una definizione a questa manovra: è una manovra di tagli e tasse. Non poteva essere diversamente perché è l'effetto del patto di stabilità firmato Giorgia Meloni, che significa austerità. È una manovra scritta con i poteri forti. Le banche non le tassano, mentre i cittadini sì. E i soldi per le armi li trovano, mentre per la sanità no. Ed è contro il popolo.
È qui che noi cerchiamo di migliorarla, perché contro il popolo? Le faccio un esempio. Chiunque ci guarda in questo momento ha probabilmente difficoltà a fare la spesa, a pagare il mutuo, a pagare le bollette… In questa manovra non c'è niente per il carovita. Noi abbiamo proposto una serie di modifiche per dare uno scudo alle persone in difficoltà, per riuscire ad arrivare almeno alla fine del mese.
Uno degli emendamenti a sua firma riguarda i lavoratori in cassa integrazione. Ci può spiegare brevemente cosa cambierebbe?
Nel momento in cui tu hai una parte del Paese che si sente escluso, questa manovra non parla loro, non dà loro risposte. Io credo che la buona politica abbia il dovere morale di stare dalla parte di chi non è tutelato. Girando i cancelli, in questi mesi, delle tante aziende in crisi nel mio Piemonte, ad esempio legate all'automotive, ho sentito storie di persone che sono in cassa integrazione, che hanno il loro stipendio decurtato all'80% e devono scegliere magari se comprare la carne o oppure le lenticchie perché non ce la fanno, non riescono a pagare il caro scuola per i propri figli, si vergognano e devono chiedere aiuto alla Caritas.
Noi abbiamo fatto un emendamento che integra lo stipendio a chi è in cassa integrazione. Sono 300-400€ al mese in più che possono fare la differenza per chi rischia di non pagare il mutuo, e magari vedersi a casa sfrattata. È un tema che non riguarda solo l'automotive, ma tanti settori che sono in crisi. Purtroppo lo vediamo dai numeri, con la cassa integrazione che cresce e la produzione industriale che è crollata e continua a calare da 20 mesi consecutivi.
Passiamo alle ultime elezioni regionali, in Emilia Romagna e Umbria. Il Movimento 5 stelle è arrivato sotto il 5%. Lei ha detto che è colpa anche di una mancanza di identità. Come si risolve?
La politica deve essere chiara, avere dei messaggi chiari e dire a chi parla. Il Movimento 5 stelle io lo conosco da tantissimi anni, ho vissuto tutte le sue fasi. Ha trasformato le proposte in leggi. Penso alla lotta ai privilegi, alla casta: abbiamo ridotto i vitalizi, ridotto il numero dei parlamentari. Penso al reddito di cittadinanza: abbiamo detto che c'era bisogno di uno strumento universale contro la povertà e lo abbiamo fatto. Questo governo lo sta smantellando.
Quella spinta però si è esaurita. Allora credo che il Movimento 5 stelle, che è ancora importantissimo per questo Paese, debba trovare delle battaglie nuove, identitarie. Un esempio? Ho proposto la cosiddetta Pdl Olivetti: in un Paese in cui le diseguaglianze stanno esplodendo, è giusto che il vertice dell'azienda non possa guadagnare più di dieci volte quello che guadagna l'operaio. Alziamoli questi stipendi: salario minimo, la Pdl Olivetti, diamo dei segnali a chi in questo momento ha bisogno di tutele. Questa è la politica che dobbiamo fare noi, del Movimento 5 stelle.
Mentre cercate di riprendere questo contatto con gli elettori, l'Alleanza col Pd rischia di lasciarvi ai margini?
Io non posso essere soddisfatta se andiamo sotto al 5%, come è accaduto, e quindi non abbiamo poi un peso reale all'interno di una coalizione. Il punto è: ragioniamo su noi stessi e troviamo una nostra identità. Diciamo chiaramente che cosa vogliamo fare, e poi ragioneremo di ipotetiche coalizioni. Però in questo momento a me sembra evidente che la mancanza di identità sta portando al risultato che il Pd sta fagocitando il Movimento 5 stelle. Torniamo protagonisti, e poi ragioniamo di ipotetiche coalizioni.
A proposito di identità del Movimento: l'Assemblea costituente. Il Movimento sembra a un bivio: da una parte Beppe Grillo, dall'altra Giuseppe Conte. Cosa ne pensa?
Se la Costituente si riduce – e non è così per fortuna – a una battaglia di potere tra Conte e Grillo, non stiamo facendo il bene del Movimento, non stiamo facendo l'interesse di questo Paese. Il Movimento 5 stelle non è né di Conte né di Beppe Grillo, è della sua comunità che si sta mettendo in gioco in un processo anche rivoluzionario. È la prima volta che viene fatto.
Discutiamo dei nostri temi, discutiamo della sanità pubblica, di come i trasporti devono funzionare in questo Paese mentre il ministro Salvini sta mandando tutto al disastro non funziona più nulla (basta chiedere ai pendolari), discutiamo di come ridurre le disuguaglianze. Discutiamo di politica estera, di questo basta alle armi. Ritroviamo l’identità. Poi credo che il tema delle alleanze sia successivo. Non è il tema centrale, come non lo è il tema dei protagonismi.
Non abbiamo bisogno personalismi. In questo momento abbiamo bisogno di identità chiare e battaglie chiare, di ritrovare quello spirito, quell'orgoglio che nel Movimento 5 stelle c'era, c'è e deve continuare esserci. Sono veramente convinta che la nostra funzione non si sia esaurita, però spetta a noi avere la capacità di rianimarla. Se non lo facciamo rischiamo di diventare semplicemente una copia sbiadita di altri partiti. Io credo che noi possiamo fare di meglio.
Tra Conte e Grillo, al di là della battaglia di potere, c'è anche una distanza su temi importanti per il Movimento. Il limite dei due mandati, il nome e il simbolo, ad esempio. In generale, come vede il M5s tra cinque anni?
Posso dire la mia opinione. Io penso che non ci siano tabù. Non è un tabù discutere della modifica della regola del secondo mandato. Non sono favorevole a un cambio di simbolo, un cambio di nome. Però attenzione, questo non può essere l'alibi.
Discutiamo pure di tutto, anche del ruolo del fondatore, dei ruoli e dei poteri all'interno del Movimento. È giusto discutere dopo 15 anni che il Movimento esiste, e sarebbe stolto non rimetterlo in discussione in tutte le sue parti. Però non è che l'alibi è il fatto che non hai il terzo mandato, se il Movimento 5 stelle non è in questo momento perno di una coalizione o non ha le percentuali che aveva una volta.
I temi sono sono altri, è la politica. Noi dobbiamo tornare a fare politica e dobbiamo parlare a una fetta enorme di questa popolazione, chi non si riesce a curare perché la sanità è allo sbando e abbiamo un governo che sta finanziando quella privata e sta definanziando quella pubblica. Chi si è trovato senza aiuti, chi è sfruttato e vede un governo che dice no al salario minimo e i giovani che scappano perché qua sono considerati dei bamboccioni, quando in realtà semplicemente vogliono il diritto di poter lavorare ed essere pagati decentemente anche alla luce degli studi che hanno fatto. Concentriamoci su questo, poi il resto va benissimo metterlo in discussione, ma la traiettoria la definiamo sui temi, e tornando a fare politica in mezzo alla gente, con la gente e per la gente.