Appendino a Fanpage: “Roccella mente, maternità surrogata non c’entra nulla con i diritti dei bambini”
Nei giorni scorsi dal Comune di Milano, come conseguenza di una circolare adottata dal Prefetto, su indicazione del ministero dell'Interno Piantedosi, è arrivato lo stop alla registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso. La deputata del M5s Chiara Appendino da sindaca di Torino è stata la prima a consentire alle famiglie arcobaleno di registrare i propri figli anche in assenza di una legge nazionale: "Ottanta famiglie che con la nostra firma si sono viste riconoscere diritti e doveri verso i propri figli", ha detto a Fanpage.it.
È di martedì la bocciatura della proposta di regolamento Ue per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l'adozione di un certificato europeo di filiazione. Davanti ai giganteschi passi indietro che l'Italia sta facendo sui diritti civili la parlamentare pentastellata ha replicato alla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, che oggi ha giustificato le scelte del governo con la necessità di arginare la legittimazione dell'"utero in affitto": "La maternità surrogata non c’entra nulla con il regolamento UE", ha affermato Appendino.
Onorevole, sul tema dei figli delle coppie gay lei è stata un precursore, permettendo alle famiglie arcobaleno di registrare i propri bambini anche in assenza di una legge nazionale. Si aspettava un simile attacco ai diritti da questa destra e questo tentativo di cancellare una prassi ormai consolidata?
È stata una delle emozioni più profonde vissute da Sindaca e mi sono candidata alle politiche proprio perché certi diritti li puoi garantire solo approvando delle leggi in Parlamento. Purtroppo mi aspettavo che venisse attaccato il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali che, va anche detto, non era una prassi così consolidata.
Da sindaca quante sono state le registrazioni che è riuscita a effettuare nel suo Comune? Che risposta c’è stata?
Sono state più di ottanta, vuol dire ottanta famiglie che con la nostra firma si sono viste riconoscere diritti e doveri verso i propri figli. La risposta è stata commovente ma io ero la punta di un iceberg, anche nell’apporre quella prima firma – che comportava dei rischi – sono stata sostenuta da un’intera comunità che nello specifico a Torino ha fatto la storia dei diritti civili.
In questi giorni c’è stata anche la bocciatura del regolamento sul certificato europeo di filiazione. È in corso un ulteriore attacco alla comunità Lgbt?
Bocciare il regolamento UE è stato un attacco ai bambini di famiglie arcobaleno e di single che questo governo discrimina per motivi puramente ideologici. Riconoscere loro questi diritti ci arricchirebbe come società, invece in questo modo la Giorgia Meloni “madre” avalla una divisione tra bambini privilegiati e discriminati.
Secondo lei l'accanimento su questi temi da parte del governo è un segno di difficoltà? Magari stanno cercando di recuperare terreno con le loro bandiere ideologiche?
Sì, provano a essere coerenti con la loro campagna elettorale almeno su questi temi, viste le tante giravolte già fatte. È imperdonabile danneggiare pesantemente le famiglie arcobaleno per provare a nascondere le misure di austerity che mettono in difficoltà cittadini e imprese e il disastro sociale a cui andiamo incontro con il taglio dei fondi per i più fragili e il no al
salario minimo e alle nostre proposte sui mutui, che pesano in maniera sempre più pesante sulle famiglie. Fare questo sulla pelle dei bambini e portando l’Italia verso una Visegrad dei diritti civili è ancora più grave.
La ministra della Famiglia Roccella ha detto che il problema è solo “l’utero in affitto” e che non c’è nessuno intento di colpire le coppie omosessuali. C’è davvero il rischio di sdoganare la maternità surrogata?
No. È falso, ed è grave che una ministra della repubblica menta in questo modo. La maternità surrogata non c’entra nulla con il regolamento UE che – torno a ribadire – riguarda i diritti dei bambini a prescindere da come sono nati o dal loro nucleo familiare.
Roccella dice di non voler colpire gli omosessuali, però poi nella stessa intervista dice che bisogna tenere presente “il diritto all’origine” del minore, cioè il diritto di conoscere entrambi i genitori, e nel caso delle coppie omosessuali non è possibile. Esiste questo problema o si tratta di un pensiero retrogrado?
Io penso in primis ai diritti che in questo momento tanti bambini non hanno. Come il diritto alla successione o agli alimenti o a far sì che uno dei genitori agisca in qualità di rappresentante legale. Parliamo di famiglie che fanno parte delle nostre comunità in cui se dovesse venire a mancare un genitore, il bambino correrebbe il rischio di essere dato in adozione a degli estranei invece di restare con la mamma o il papà con cui è cresciuto. Vogliamo fingere che queste situazioni non esistano?
La ministra dice anche che non c’è alcuna discriminazione in atto nei confronti dei figli di coppie omosessuali, perché la sentenza della Corte Costituzionale sull'adozione "in casi particolari" permette alle coppie gay di vedersi riconosciuta giuridicamente la genitorialità e ai bimbi di essere inseriti “nel nucleo familiare”. Non c’è nessun problema quindi?
Anche qui c’è una discriminazione, perché per Roccella e per il governo ci sono bambini che devono andare da un giudice per vedersi riconosciuti diritti fondamentali, con una spesa economica, di tempo ed emotiva a carico delle famiglie mostruosa. Con il regolamento UE questo riconoscimento sarebbe stato sottoposto comunque al vaglio degli uffici dell’anagrafe, ma senza l’aggravio burocratico tipico delle adozioni in casi particolari.
Ci parla del testo che ha presentato alla Camera? Cosa contiene il disegno di legge?
È una proposta che la collega Alessandra Maiorino ha costruito insieme alle associazioni LGBT+ con un percorso iniziato nella scorsa legislatura. Prevede che coppie eterosessuali e omosessuali godano degli stessi diritti, sia quelli del matrimonio – anche riguardo l'adozione – sia quelli dell'unione civile, eliminando la discriminazione tra famiglie di serie A e famiglie di serie B.
Ha detto che siete pronti al dialogo con le altre forze politiche. Sabato sarete in piazza di nuovo con Pd, Avs e anche Terzo Polo?
Noi ci saremo con chiunque voglia unirsi perché è importante far sentire a questo governo che la società civile è mobilitata contro l’attacco ai diritti civili di cui è responsabile.
È il cantiere di una nuova sinistra?
Sui diritti di bambini e famiglie non esistono destra e sinistra. Per noi essere in piazza a Milano significa testimoniare la nostra ferma posizione contro ogni tipo di discriminazione. Tutto il resto è utile solo ai talk show in tv ma non interessa affatto alle famiglie che vivono sulla loro pelle ogni giorno le conseguenze di politiche regressive e discriminatorie.