Appartamenti con affitto ridotto per i docenti che si spostano al Nord: il piano di Valditara
Molti insegnanti che vengono da Regioni con un costo della vita mediamente basso, si trovano in difficoltà di fronte alla proposta di andare a insegnare in un'altra Regione, soprattutto se si tratta di spostarsi al Nord in una zona in cui i prezzi – anche dell'affitto – sono drasticamente più alti. Per questo, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato di avere una proposta: "Mettere a disposizione delle case, degli appartamenti, a canoni agevolati per quei docenti che sono costretti a trasferirsi".
Appartamenti con affitti più bassi, insomma, per facilitare chi deve cambiare Regione. "Molti docenti del Sud non si vogliono trasferire al Nord. Dobbiamo far sì che fare il docente in una Regione diversa non significhi perdere ulteriormente status sociale", ha aggiunto il ministro. "Dobbiamo rendere più attrattivo il lavoro del docente. Ci vuole una politica intelligente che valorizzi e stia accanto alla figura dei docenti".
È già avvenuto in più occasioni che una Regione del Nord avesse delle cattedre da riempire, ma i candidati provenienti dal Mezzogiorno fossero costretti a rinunciare – nonostante la possibilità, in alcuni casi, di un impiego a tempo indeterminato – per lo stipendio insufficiente ad affrontare gli affitti e le altre spese di trasferimento. Ad esempio, in provincia di Modena un concorso da 232 posti ha visto ben 80 docenti di sostegno rifiutare l'offerta. D'altra parte, lo stipendio di partenza per un insegnante è di circa 1.350 euro al mese, e in una zona mediamente costosa come l'Emilia-Romagna (a maggior ragione in città come Modena o Bologna) può essere insufficiente per una sistemazione adeguata.
Valditara ha poi presentato anche anche un piano per incentivare la formazione dei docenti. "È un altro tema strategico", ha affermato. "Stiamo ragionando ad una formazione incentivata con riconoscimenti economici al termine del percorso formativo per chi abbia partecipato in modo positivo, attivo". Insomma, una spinta a formarsi che potrebbe anche risultare in maggiori entrate per i docenti.
Queste sono solo alcune delle novità che il ministro avrebbe pianificato per il prossimo anno scolastico, anche se non è detto che vengano poi concretizzate. L'altra riforma annunciata è quella del voto in condotta: dovrebbe diventare un voto in decimi e fare media con gli altri. In più, la sospensione per più di due giorni dovrebbe portare all'obbligo di attività educative, da svolgere a scuola e da concludere con una verifica finale.