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Ape Sociale, le donne con figli potrebbero andare in pensione due anni prima

L’ipotesi che il Governo ha presentato durante l’incontro con i sindacati riguarda uno “sconto” per raggiungere i contributi richiesti per le donne che rientrano nella categoria dell’Ape Sociale: sei mesi per ogni figlio fino a un tetto massimo di due anni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le donne che richiedono l'Ape sociale, cioè le lavoratrici precoci, disoccupate, e donne che hanno svolto lavori gravosi, potrebbero arrivare due anni prima alla pensione: i requisiti potrebbero essere raggiunti anticipatamente. È l'ipotesi del Governo per allargare la platea delle donne che posso richiedere l'anticipo pensionistico: potrebbero ottenerlo circa 4mila donne in più. Le donne interessate dalla misura potrebbero così passare dal 29% al 40%. Si tratterebbe di uno "sconto" contributivo, conteggiato calcolando sei mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, cioè in tutto 4 figli. Questa è l'idea dell'esecutivo per "bilanciare" l'innalzamento dell'età pensionabile previsto: nel 2018 le donne del settore privato dovranno avere 66 anni e sette mesi, come i colleghi uomini; e a partire dal 2019 l'asticella verrà alzata sia per gli uomini sia per le donne, e non si dovranno attendere i 67 anni come effetto dell'adeguamento alla speranza di vita. Misura, quest'ultima, fortemente contestata dai sindacati, che chiedono lo stop: stanno oraganizzando una manifestazione nazionale nei prossimi giorni.

Intanto con l'ipotesi messa in campo dal ministro del Lavoro Poletti per le donne disoccupate gli anni di contributi richiesti scenderebbero da 30 a 28. Mentre le lavoratrici che svolgono attività gravose, come le infermiere o le maestre della scuola materna o dell’asilo nido, potranno andare in pensione già con 34 anni e non più con 36. I sindacati però restano critici: la proposta sarebbe "riduttiva e minimalista", e vorrebbero invece che lo sconto fosse rivolto a tutte categorie, non solo a chi può richiedere l'Ape social. Poletti ha fissato un altro incontro con Cgil, Cisl e Uil per mercoledì 13 settembre, prima che la legge di Bilancio venga incardinata in Parlamento.

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