Antimafia, il centrodestra elegge Chiara Colosimo presidente e le opposizioni lasciano l’aula
A otto mesi dall'inizio della legislatura, la commissione parlamentare Antimafia si è riunita per la prima volta e nel giorno della strage di Capaci ha eletto una presidente decisamente controversa: Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d'Italia. Il 16 maggio, numerose associazioni di famiglie di vittime della mafia e del terrorismo – da Salvatore Borsellino a Giovanni Impastato, ma anche le famiglie colpite dalle stragi della stazione di Bologna, di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia… – avevano scritto una lettera aperta chiedendo che la maggioranza non sostenesse Colosimo, vicina al "terrorista dell'eversione di destra Luigi Ciavardini", condannato anche per la strage della stazione di Bologna.
Viste le indagini che negli anni hanno "dimostrato i legami esistenti tra criminalità mafiosa ed esponenti della destra eversiva", avevano scritto le famiglie, non sarebbe "neanche lontanamente immaginabile pensare di eleggere a presidente della Commissione una persona con tali frequentazioni", perché avrebbe "un gigantesco conflitto d'interessi". Infine, avevano invitato chi avesse sostenuto l'elezione di Colosimo ad avere "la decenza di evitare di partecipare alle commemorazioni delle stragi".
Tuttavia, l'appello non ha fatto cambiare idea alla maggioranza: Colosimo è stata eletta con i voti dei 29 rappresentanti del centrodestra. I vicepresidenti saranno invece Mauro D'Attis di Forza Italia e Federico Cafiero De Raho del Movimento 5 stelle.
Chi è Chiara Colosimo, eletta presidente della commissione Antimafia
Chiara Colosimo, classe 1986, è cresciuta a Roma, nel quartiere Balduina. All'inizio delle scuole superiori si è avvicinata alla politica con l'ingresso in Azione studentesca, un movimento giovanile legato ad Alleanza nazionale. Ha lavorato anche nella sezione della Garbatella, il luogo dove Giorgia Meloni si era unita al Fronte della gioventù anni prima. Sempre nella politica giovanile, nel 2008 è entrata nella segreteria giovanile di Azione giovani, e nel 2009 è stata scelta come presidente regionale del Lazio per la Giovane Italia, movimento del Popolo della libertà. Un altro parallelismo con Meloni, che è stata in passato presidente di Azione giovani.
L'esordio di Colosimo nella politica istituzionale è arrivato l'anno dopo, quando nel 2010 è stata eletta consigliera regionale del Lazio sostenendo la candidata Renata Polverini. Fin dalla nascita di Fratelli d'Italia, nel 2012, è passata al partito di Meloni. Nel 2013, poi, si è candidata alle elezioni politiche ma non è riuscita a essere eletta deputata, e neanche a farsi riconfermare come consigliera regionale del Lazio.
Negli anni è stata addetta alle relazioni esterne di FdI, occupandosi anche dell'organizzazione di eventi come Atreju, e alle successive elezioni del 2018 è tornata nel Consiglio regionale laziale, dove è stata eletta capogruppo del partito. Il suo ingresso in Parlamento è arrivato pochi mesi fa, a settembre 2022, quando è stata candidata nel collegio uninominale di Latina. Qui, dove Giorgia Meloni era stata eletta nel 2018, Colosimo ha ottenuto quasi il 55% dei voti.
A parlare dei legami della deputata con il mondo dell'eversione neofascista è stata anche una puntata di Report andata in onda ad aprile 2023, dove un'inchiesta ha mostrato la sua amicizia, appunto, con Luigi Ciavardini, esponente del gruppo Nuclei armati rivoluzionari. Oggi, dopo l'elezione, Colosimo ha detto che affronterà il ruolo con "dignità e onore". Rispondendo alle critiche e alle accuse, ha anche affermato di conoscere "il presunto Ciavardini così come lo conoscono moltissimi altri, perché lui aveva un associazione che si occupa come da articolo 27 della Costituzione di reinserimento dei detenuti".
Salvatore Borsellino e le famiglie delle vittime: "Un brutto segno"
"Non sono solito giudicare dalle etichette ma dai fatti. Aspetto quelli. Viste le sue frequentazioni e i rapporti con Luigi Ciavardini, però, le prospettive non sono delle migliori". Ha risposto così Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato nella strage di via d'Amelio, a na richiesta di commento sull'elezione di Colosimo. "Non è la migliore prospettiva di imparzialità, si troverà a indagare anche sui contatti tra eversione nera e mafia e le partecipazioni alle stragi di elementi dell'eversione nera. E il fatto che la scelta avvenga in questa giornata non è un segno positivo".
Molto più negativo il giudizio di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione di famiglie delle vittime della strage del 2 agosto 1980, quella della stazione di Bologna. "Un brutto, bruttissimo segno. Un'occasione persa. Eleggere oggi alla presidenza di una commissione così importante chi ha avuto frequentazioni con Ciavardini è per noi una cosa di una gravità assoluta e mina pesantemente la credibilità del governo"
La reazione delle opposizioni
Al momento del voto, numerosi parlamentari hanno abbandonato la sala: Movimento 5 stelle, Partito democratico e Alleanza Verdi-Sinistra, come avevano annunciato, non hanno preso parte al voto per protesta. Il Terzo polo, invece, è rimasto ma ha votato Dafne Musolino. "Le divisioni nelle istituzioni fanno il bene delle mafie e il male del Paese. Ne vale la pena presidente Meloni?", ha scritto il deputato dem Silvio Lai.
"L'insediamento della commissione antimafia nel giorno in cui cade la 31esima ricorrenza dell'assassinio per mano mafiosa di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro sarebbe dovuta essere nella scia di un impegno univoco e riconosciuto da tutti, senza divisioni. Così invece non è", ha concluso Lai. Walter Verini, eletto capogruppo del Pd nella commissione, ha condannato la decisione: "Far partire così la commissione Antimafia, tra l'altro in questo giorno, è veramente un modo per non capire cosa significa questo organismo se fatto davvero funzionare".
Foti: "Opposizioni faziose seguono una dietrologia"
Sono arrivate invece le congratulazioni dal capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti: "È un risultato di cui siamo orgogliosi: ancora una volta Fratelli d'Italia indica una donna a ricoprire un incarico non solo prestigioso, ma che richiede grande impegno e responsabilità. Il recente arresto di Matteo Messina Denaro conferma il serrato ed instancabile lavoro svolto, nel corso degli anni, dai tanti uomini e donne delle istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata. Una lotta che è anche patrimonio di quella politica alla luce del sole di cui Chiara Colosimo è protagonista". Le opposizioni, per Foti, si sono volute "distinguere per faziosità, nel segno di una vuota quanto infondata dietrologia".