Antimafia, Bindi: “Non mi dimetto, supererò le difficoltà col Pdl”
"Non posso non rispettare le 25 persone che mi hanno votato" ha dichiarato Rosy Bindi, neo eletta alla presidenza della commissione antimafia, chiarendo in questo modo che non ha nessuna intenzione di dimettersi come invece le è stato chiesto da molti esponenti del Pdl. Bindi però è pronta a ricucire lo strappo e si augura che "tutti gli si adopereranno per sanare questa frattura" e invita tutti i partiti a fare "un piccolo passo" perché solo in questo modo, "potremo dire che siamo qui per combattere la mafia e non per farci la guerra tra di noi". L'ex Ministro dunque assicura che il suo primo impegno "sarà quello di superare questa fase di difficoltà con il Pdl" e per questo motivo ritiene giusto iniziare le sedute della Commissione quando il Pdl le indicherà il capogruppo in commissione.
Il Pdl invita la Bindi a dimettersi – Dopo l'elezione della Bindi, da diversi esponenti del Popolo della libertà sono partiti inviti a dimettersi a cominciare da Brunetta e Cicchitto. "Chi è stato eletto presidente in questo modo inusitato dovrebbe rimettere il suo mandato, perché si troverà a dirigere una Commissione così delicata priva di rappresentanza generale" ha commentato Cicchitto, mentre i capigruppo di Camera e Senato hanno minacciato di disertare tutte le sedute della Commissione fino alla fine della legislatura, perché è stato eletto "il presidente imposto dal Pd e non una personalità condivisa dall'insieme delle forze politiche". Anche all'interno del PD intanto c'è chi critica il modo in cui si è arrivati a eleggere la Bindi, il renziano Davide Faraone ad esempio parla di "occasione mancata".