Antimafia, ancora polemiche: “Dalla politica uno spettacolo triste”
Il percorso con cui si è arrivati ad eleggere Rosy Bindi alla Presidenza della Commissione Antimafia è tanto confuso quanto indicativo del clima che si respira all'interno della maggioranza dopo le note vicende che hanno portato il Governo ad un passo dal baratro. Senza infatti che nemmeno si imposti una valutazione di merito sulla scelta, è chiaro che dalla fine delle trattative interne alla maggioranza emerge con evidenza quantomeno un problema di tenuta, con l'incapacità di procedere in tempi brevi e senza inutili teatrini alla messa in opera di una commissione chiamata a svolgere compiti decisamente rilevanti.
Ora la Bindi si dice determinata a "rispettare le 25 persone che mi hanno votato" e consapevole che esistono "margini per sanare la frattura"; mentre dal Popolo della Libertà continuano a piovere critiche e, come vi abbiamo raccontato, si insiste sulla necessità che "chi è stato eletto presidente in questo modo inusitato debba rimettere il suo mandato". Dal Movimento 5 Stelle invece piovono bordate e si registra "l'ennesimo compromesso tra il Pd ed il Pdl sulla pelle dei cittadini, con l'Antimafia ridotta ad una spartizione di poltrone".
Rilevante anche il commento che Federico Cafiero de Raho, procuratore capo a Reggio Calabria, affida ad un'intervista di Repubblica: "Viene amarezza a sentire ciò che accade a Roma. Sarebbe bello svegliarsi in un Paese in cui leggi che la Commissione antimafia si è insediata, non dopo mesi di attesa ma subito, e che ha deciso di calare immediatamente al sud oppure di fare tappa in un nord inquinato dalle ‘ndrine. È uno spettacolo triste. Diventa difficile capire come ci si possa dividere su questo".