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Angela Merkel parla di Putin, Trump e su Berlusconi smentisce: “Non chiesi io la sua testa”

Dopo aver archiviato la carriera politica, Angela Merkel è tornata a raccontarsi in un libro che ripercorre la sua vita. L’ex cancelliera parla dei suoi rapporti con alcuni grandi leader ed ex capi politici, tra cui Vladimir Putin, Donald Trump e Silvio Berlusconi.
A cura di Giulia Casula
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Angela Merkel è tornata a raccontarsi in un libro, Libertà, che ripercorre la vita dell'ex cancelliera e i suoi rapporti con i grandi leader mondiali.

Da quando ha lasciato la cancelleria tedesca e archiviato la sua lunga carriera politica, Merkel si è dedicata alla stesura della sua biografia con Beate Baumann, il suo braccio destro dal 1990.

Merkel dice che Putin non era un amico dell'Europa

In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex leader tedesca, ha parlato di Vladimir Putin, spiegando di essere a conoscenza sin dall'inizio delle sue intenzioni. "Le ha sempre espresse sia pubblicamente che nei colloqui riservati. Sapevo che non avevamo a che fare con un amico dell’Europa", ha precisato.

Merkel ha chiarito quale fosse la politica adottata nei confronti di Putin, quando era alla guida della Germania. "La questione era solo come reagire. La mia risposta non è stata di non avere più alcun rapporto con Putin, ma piuttosto di cercare di impedire l’invasione dell’Ucraina attraverso colloqui, a volte anche molto polemici nei quali non ho usato alcun giro di parole. Per un certo periodo ha funzionato. Con l’inizio della guerra russa contro l’Ucraina, la situazione è fondamentalmente cambiata", ha sottolineato.

Secondo l'ex cancelliera, le intenzioni del leader russo erano quelle di rendere Mosca una grande potenza, ma Putin non fu in grado di farlo attraverso una politica economica. "Ci ha invece provato con i metodi imparati nel servizio segreto, il Kgb, attraverso la forza militare e il nazionalismo russo. Così molte delle speranze che avevamo nel 1990, che la Russia prendesse gradualmente la strada della democratizzazione, non si sono avverate", ha detto.

"Berlusconi? Era un europeista, non chiesi io la sua testa"

L'ex leader tedesca passa in rassegna anche il suo rapporto con Silvio Berlusconi, con cui ha detto di aver lavorato "più amichevolmente di quanto molti pensavano. Si adoperava sempre per raggiungere comuni compromessi europei. Questo l’ho apprezzato. Durante la crisi dell’euro la cooperazione con lui si è fatta più difficile", ha ricordato.

Ma Merkel smentisce di aver preso parte alla caduta del governo Berlusconi, come raccontato dal Wall Street Journal. "Non mi sono mai immischiata negli affari interni di un Paese amico. E di questa variante non avevo mai sentito parlare", ha chiarito. "È stato anche detto che una conferenza stampa di Nicolas Sarkozy e mia avrebbe contribuito alla caduta di Berlusconi. Non lo credo. Non è assolutamente possibile che un capo di governo straniero causi la caduta di un altro. Questo ha sempre a che fare con i fatti interni di un Paese", ha aggiunto.

"Trump subiva il fascino di Putin", dice l'ex cancelliera

L'ex cancelliera ha parlato anche di Donald Trump che a suo dire, "subiva il fascino di Putin". Il leader MAGA "vede tutto dal punto di vista dell’immobiliarista che è stato", è convinta Merkel. "Per lui non ci sono mai situazioni “win win”, dove entrambi i partner di un accordo ottengono vantaggi. Per lui o l’uno o l’altro deve ottenere un profitto. È un’idea che non condivido", ha spiegato.

A differenza di Trump, Merkel dice di credere "nella forza dei compromessi. La cosa più importante è cooperare con Trump, da partner e rappresentanti di un Paese, liberi da paure e sicuri di sé, difendendo in modo chiaro i propri interessi — nel mio caso erano quelli tedeschi ed europei — così come lui difende i suoi", ha chiarito.

Merkel nega di aver favorito l'ascesa dell'Afd: "Nata durante la crisi dell'euro"

Infine Merkel, interrogata sull'ascesa dell'estrema destra in Germania, ha negato di aver in qualche modo favorito la crescita dell'Afd. Il partito è nato "durante la crisi dell’euro, già allora con la tesi che stessimo concedendo troppo agli altri Paesi", ha sottolineato.

L'ex cancelliera ammette però, che la sua decisione di non respingere i rifugiati siriani nel 2015 potrebbe però influenzato il consolidamento dei consensi di Afd. "Certamente, la questione dei rifugiati ha giocato un ruolo nel suo rafforzamento. Tuttavia, l’AfD non si contrasta adottando la sua agenda, bensì facendo i compiti a casa e risolvendo i problemi", ha concluso.

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