Ancora una volta i fuorisede non potranno votare alle elezioni dal proprio domicilio
Se si risiede all'estero, si può votare a distanza. Se si abita in un Comune diverso da quello di residenza, invece, no. Secondo l'Istat questo è un problema che riguarda circa 5 milioni di italiani, studenti e lavoratori che rischiano di rimanere esclusi da questa tornata elettorale, a meno di non intraprendere spesso ore e ore di viaggio per tornare a votare nel proprio seggio. Che, appunto, viene assegnato in base alla residenza, non al domicilio. Proprio la crisi di governo e la caduta di Draghi hanno portato all'interruzione dell'esame da parte del Parlamento di una proposta di legge per permettere il voto ai fuorisede. Che quindi rischiano di non riuscire a votare il prossimo 25 settembre.
Partiamo dal principio. La normativa italiana prevede che il diritto di voto, un diritto difeso dalla Costituzione, venga esercitato esclusivamente nel Comune di residenza. Questo almeno per chi vive in Italia. Per i cittadini italiani residenti all'estero, anche temporaneamente, è prevista invece la possibilità di votare per corrispondenza. E da qui il paradosso per cui è molto più facile per un italiano votare ad esempio dal Canada, piuttosto che da Roma se si è originari di Milano. Spesso infatti tornare al proprio Comune di residenza (che può anche essere piuttosto lontano da quello del domicilio) può rivelarsi parecchio complicato, nonché costoso.
Non sono numeri che possono essere trascurati. In un rapporto su come ridurre l'astensionismo, intitolato "Per la partecipazione dei cittadini" e curato dal dipartimento per le riforme istituzionali di Palazzo Chigi, si stima che siano 4,89 milioni gli italiani che non vivono nel Comune dove hanno la residenza. Si tratta di circa il 10% dell'elettorato totale. Persone che potrebbero non riuscire a tornare a casa il 25 settembre, anche volendo, e a cui risulterebbe quindi di fatto impossibile esercitare il proprio diritto costituzionale.
Un problema che riguarda specialmente gli elettori più giovani. Studenti fuorisede, stagisti, lavoratori che si spostano anche dall'altra parte della penisola per lavoro. Logisticamente o economicamente (al netto degli sconti di Trenitalia) per queste categorie tornare a casa, specialmente se si vota in una sola giornata, può essere molto difficile. "Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla vita politica e poi non permettergli di votare dove vivono", hanno lamentato in una nota Riccardo Magi ed Emma Bonino, di +Europa. Sottolineando che, come se non bastasse, il 25 settembre molti studenti saranno in piena sessione d'esame e di laurea, che rende ancora più complicato per loro spostarsi.