Anche Letta favorevole alla proroga dello stato di emergenza: la maggioranza di Draghi è spaccata
Anche il leader del Partito democratico, Enrico Letta, è favorevole alla proroga dello stato di emergenza. "Se per mantenere la situazione migliore degli altri Paesi Ue è necessario prorogare lo stato di emergenza, noi siamo a favore della proroga. Appoggeremo il governo nelle scelte che farà", ha detto ai giornalisti a margine di un evento organizzato dai Socialisti e Democratici durante la Conferenza sul Futuro d'Europa a Firenze. Per poi aggiungere: "Se, dati alla mano, il governo valuterà che è necessario prorogare lo stato d'emergenza, avrà sicuramente il nostro sostegno, proprio perché non vogliamo raggiungere con due settimane di ritardo gli altri Paesi nella crisi nella quale si trovano: vogliamo rimanere nella situazione migliore rispetto agli altri".
Se i dem ribadiscono il proprio sostegno a Mario Draghi nella proroga dello stato di emergenza, in scadenza tra poche settimane, non tutte le forze politiche che compongono la maggioranza sono entusiaste di fronte a ipotesi di questo tipo. Matteo Salvini, che durante lo scorso governo giallorosso si era espresso duramente contro la proroga ora non si sbilancia: "Della proroga dello stato di emergenza ne parleremo quando ce lo proporranno. Gli italiani tanno rispettando le regole, si stanno sacrificando, si stanno vaccinando. Più rispettosi di così è impossibile, e contiamo che il peggio sia alle spalle", ha detto.
Una frase che lascia però intendere che una proroga non sia necessaria. Anche se lo scontro frontale per ora non è ancora stato aperto, è questione di giorni. Il 31 dicembre, infatti, scadrà la misura che potrà essere prorogata solo fino al 31 gennaio 2022: oltre questa data sarà necessario intervenire a livello normativo. Passaggio che potrebbe rendere questa proroga ancora più complessa di quanto non lo sia stata negli ultimi due anni.
È anche vero che la ragione primaria per cui Conte aveva attivato lo stato di emergenza, oltre a conferire più margine di manovra alla struttura commissariale, riguardava i cosiddetti "poteri straordinari" che risultavano nell'utilizzo dei Dpcm. Strumento che Draghi ha usato solamente una volta, all'inizio del mandato. Dopodiché si è affidato principalmente ai decreti. Da Palazzo Chigi, tenendo presente tutta una serie di considerazioni, si starebbe quindi valutando le conseguenze della scadenza dello stato di emergenza e, al tempo stesso, quelle di una sua proroga.