Anche Grillo e Casaleggio contro “la svolta autoritaria” di Renzi
"Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare". Comincia in questo modo l'appello lanciato dall'associazione Libertà e Giustizia in previsione delle imminenti misure di riforma istituzionale e costituzionale che verranno messe nero su bianco nei prossimi giorni per volontà del Governo guidato da Matteo Renzi ed in ossequio all'accordo raggiunto con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Un appello che vede tra i primi firmatari Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Nando Dalla Chiesa, Barbara Spinelli e Paul Ginsborg.
A recepire l'appello ora sono anche Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, rilanciandolo dalle pagine del blog del capo politico del Movimento 5 Stelle e dichiarando di sostenerlo. Resta ovviamente di grande rilevanza la "chiamata in causa" del Partito Democratico quale responsabile principale della decisione di riformare l'assetto istituzionale del Paese: "Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava".
