Anche Giorgetti scarica Durigon: “Parco dedicato a Mussolini? Bisogna stare attenti quando si parla”
Il sottosegretario al Mef Claudio Durigon è sempre più solo. Non gli esponenti della maggioranza chiedono un suo passo indietro, ma anche pezzi del suo stesso partito lo criticano ormai apertamente. Ieri è toccato al ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, esponente di primo piano della Lega, fare i conti con la ‘gaffe' del sottosegretario, che poche settimane fa ha proposto di intitolare il parco di Latina, già dedicato ai giudici antimafia Falcone e Borsellino, ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. "Quando si ha una responsabilità di governo bisogna stare molto attenti quando si parla", ha sentenziato Giorgetti.
Sulle dimissioni di Durigon ha aggiunto: "Posso dire semplicemente che un membro del governo si dimette se lo chiede premier o il segretario del suo partito o se glielo suggerisce la sua coscienza. Non sono Durigon e quindi non lo so".
L'inchiesta di Fanpage.it ‘Follow the money', ha denunciato i rapporti ambigui di Durigon con imprenditori della provincia pontina, già al centro di numerose inchieste dell'antimafia per infiltrazioni mafiose nella politica. Nel video di Fanpage.it il braccio destro di Salvini rivela di aver nominato il generale della Guardia di finanza che sta indagando sui conti del Carroccio: "Quello che indaga della Guardia di Finanza, il generale lo abbiamo messo noi…".
Ora l'incarico del sottosegretario al Mef sembra appeso a un filo, sebbene il leader della Lega continui a difenderlo: "È in gambissima, è l'ultimo a poter essere accusato di fascismo" ed "è il papà di Quota 100", ha detto a Rai3. Salvini ha assicurato che lo incontrerà nei prossimi giorni; "Vedremo come andare avanti per il governo e il paese". Ma nel partito si ragiona già di possibili sostituti. Si fa il nome di Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova, che è già stato sottosegretario al Mef durante il primo governo Conte. Anche se per legge il sottosegretario viene proposto dal presidente del Consiglio, nominato dal capo dello Stato e non è detto che il posto spetti ancora alla Lega. In lizza ci sarebbe anche il genovese Edoardo Rixi, che fu costretto a dimettersi da viceministro alle Infrastrutture per la condanna per le cosiddette spese pazze in Liguria, caso per cui a marzo è stato poi assolto in appello, in quanto "il fatto non sussiste".
Da sinistra proseguono intanto ad arrivare bordate: "L'apologia di fascismo è incompatibile con il ruolo di Durigon e, dunque, con la sua presenza al governo", ha ribadito ancora il segretario del Pd Letta sulla proposta.