Anche Di Maio dice che il reddito di cittadinanza va migliorato: “Centri per impiego non funzionano”
Il reddito di cittadinanza è stato uno dei temi centrali del confronto tra i leader politici al Meeting di Rimini. A cui mancava, però, quello del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. Non sono invece mancati gli attacchi alla misura, specialmente dal centrodestra. Anche Luigi Di Maio, ex capo politico M5s e ora leader di Impegno Civico, ha però aperto alla necessità di modificarlo. E oggi, ospite di Morning News, è tornato sul tema: "Salvini, Meloni e Berlusconi vogliono abolire il reddito di cittadinanza. Io non voglio abolirlo, ma i centri per l'impiego non stanno funzionando. Il reddito di cittadinanza va modificato per funzionare meglio", ha detto.
Per poi aggiungere: "Va modificato per farlo funzionare meglio: se una persona percepisce il reddito ma c'è un posto di lavoro libero deve ricevere l'offerta per andare a lavorare. Se poi non accetta il posto di lavoro, il reddito è superato. Avevamo sperato tanto nei centri per l'impiego, ma ci sono poche Regioni in cui funzionano. Dobbiamo superare il meccanismo sennò ci troveremo delle storture. Le leggi non sono dei totem, quando non funzionano bene non devono essere abolite ma migliorarle".
Matteo Salvini e Giorgia Meloni, dal palco di Rimini, avevano puntato il dito contro il reddito di cittadinanza. Per il leader della Lega la soluzione è semplice: "Il 70% di chi ha cominciato a prendere il reddito di cittadinanza nel 2019 lo sta prendendo ancora adesso, è evidente che qualcosa non funziona. Il 17% dei percettori è disabile o ha un disabile in famiglia: a costoro non va tolto neanche un euro. Coloro che invece sono abili al lavoro, al primo rifiuto perdono qualsiasi tipo di diritto". Invece, la presidente di Fratelli d'Italia ha commentato: "La cosa che ha sbagliato il reddito di cittadinanza è stata mettere sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può. Non possiamo mettere sullo stesso piano un giovane di vent'anni sano e un disabile. Poi c'è il problema culturale, è sbagliato dire a un giovane che può stare a casa perché non c'è bisogno di lui. Quelle risorse bisogna darle a chi può assumere per dare lavoro ai ragazzi. Il lavoro ha sempre la dignità. Meglio fare un lavoro che non è ciò per cui si è formati che stare a casa a prendere il reddito di cittadinanza. Assistenza e lavoro non si mettono sullo stesso piano".