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Amnistia, si allarga il fronte dei “no”. Di Pietro: “Serve solo ai soliti noti”

Antonio Di Pietro spiega il suo no all’indulto e all’amnistia: “Nel 2006 finì così, dall’atto di clemenza verso i poveri Cristi si passò all’impunità per i soliti noti”.
A cura di Redazione
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Nelle polemiche seguite all'avvio del percorso parlamentare che dovrebbe portare alla discussione su indulto e amnistia, provvedimenti fortemente caldeggiati dal Presidente della Repubblica per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, interviene anche un membro di quel Governo che l'indulto lo ideò ed approvò. Stiamo parlando di Antonio Di Pietro che, citando una lettera del segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, spiega la sua posizione sul tema dell'indulto, ripercorrendo la vicenda del 2006.

"Questi provvedimenti sarebbero solo delle soluzioni tampone", spiega Di Pietro, ricordando ciò che non è stato fatto in questi anni: "Nessuna struttura nuova realmente funzionante, né il completamento dei lavori delle carceri non ancora pronte e neanche l’utilizzo di quelle dismesse, per non parlare della mancata depenalizzazione dei reati minori, ossia di quelli che non sono ad alto allarme sociale". La spiegazione della "necessità" con cui si affronta la questione indulto è un'altra, invece:

La verità, infatti, è un’altra ed è che, come al solito, tanto rumore viene fatto non per risolvere il dramma di queste persone, ma solo per salvare la pelle dei politici.  E non mi riferisco solo a Berlusconi, ma a tutti coloro che in questi anni si sono macchiati di reati contro la pubblica amministrazione. E sappiamo che tra scandali delle Regioni e quant’altro la platea in questo periodo pullula. In fondo anche nel 2006 finì così, dall’atto di clemenza verso i poveri Cristi si passò all’impunità per i soliti noti. Con la scusa di avere il supporto dei due terzi, le Camere allargarono le maglie includendo anche i reati contro la pubblica amministrazione. Non vogliamo che la storia si ripeta, non vogliamo l’impunità dei potenti che hanno maggiori responsabilità visto che sono chiamati a gestire la cosa pubblica. Per questo ribadisco: no ad ogni forma di indulto e di amnistia, comunque le si voglia giustificare

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