Ambiente, Elly Schlein a Fanpage.it: “Il governo ascolti i giovani, non le lobby di gas e petrolio”
L'emergenza climatica, una società più equa, la redistribuzione e la partecipazione. E poi le donne e i giovani, i più colpiti dalla crisi pandemica e i meno ascoltati dalle istituzioni e dalla politica. I temi sul tavolo sono tanti e Elly Schlein, ex eurodeputata oggi vicepresidente dell'Emilia-Romagna, risponde punto per punto in un'intervista a Fanpage.it. A partire dall'iniziativa lanciata nella Regione all'inizio dell'estate, che si è conclusa solo pochi giorni fa: "Abbiamo voluto lanciare Youz, questo percorso partecipato dedicato alle giovani generazioni in un momento molto difficile per loro – spiega Schlein – perché la pandemia ha colpito duramente le fasce più anziane, soprattutto se guardiamo alle maggiori sofferenze dovute alla malattia, ma anche le fasce più giovani per la sospensione della socialità è anche in parte dei percorsi educativi". I temi più toccati dai giovani durante questo percorso sono "lavoro, formazione e transizione ecologica".
L'ambiente e i cambiamenti climatici sono temi al centro dell'agenda delle nuove generazioni, che hanno protestato sia durante il G20 che durante la Cop26: "Hanno ragione ad essere frustrati, perché gli impegni presi non sono all'altezza della sfida delineata – spiega la vicepresidente dell'Emilia-Romagna – Non c'è più tempo per le mezze misure e in questi accordi quello che frustra gli attivisti e le attiviste è che ci sono scritte anche le direzioni giuste, ma che sono poi mediate da tutta una serie di avverbi che rallentano e contraddicono gli obiettivi che si vanno a prendere". Certo, "ci sono passi avanti fatti sul carbone", ma anche "timidezza sul tema fondamentale della fine dei sussidi ambientalmente dannosi".
Il nostro Paese "ha un potenziale straordinario in termini di produzione di energia pulita e rinnovabile" e "ci sono alcune tecnologie che sono arrivate, come il fotovoltaico, ai costi più bassi nella storia". Insomma, per Schlein la direzione è chiara: "Bisogna cogliere al volo questa opportunità, che vuol dire anche creare nuovo lavoro e nuova impresa di qualità. E se questo Paese è così indietro è per effetto delle pressioni delle lobby delle fonti fossili, che la politica deve ascoltare di meno o non ascoltare proprio e provare ad abbracciare davvero questa svolta fondamentale". Quindi bisogna "investire molto sulle energie pulite e rinnovabili, riconoscendo che anche il metano è una fonte fossile", ma anche "lavorare sull'efficientamento energetico, che è un risparmio per le famiglie e per le imprese ma anche una riduzione drastica delle emissioni".
Intanto sul tema dei diritti civili il Paese sembra andare da una parte e la politica dall'altra, come dimostra la spaccatura tra le piazze e il Senato sul disegno di legge Zan: "La società è senz'altro più avanti sul tema dei diritti e purtroppo la politica è colpevole di essere rimasta indietro – spiega Schlein – Chiaramente quello che è successo al Senato è una pagina orrenda della politica, che rischia di tracciare un solco ancora più profondo con le persone e soprattutto con le nuove generazioni che hanno chiesto con forza un avanzamento sul tema dei diritti". Ma poi, in realtà, la legge Zan sarebbe stata "un minimo sindacale", perché "c’è in tutti gli altri Paesi europei". Ora però le mobilitazioni "non si devono fermare", anche per chiedere più diritti e "fare passi avanti anche su altri temi, come quello del matrimonio egualitario che sta diventando realtà in tanti altri Paesi".
Ma questo non riguarda solo il tema dell'omotransfobia. Pensiamo ad esempio a cannabis e fine vita, due questioni su cui da tempo diverse proposte di legge vengono ignorate in Parlamento. Ora ci saranno i referendum: "C'è questo distacco, c'è ed è molto sentito specialmente su questi temi fondamentali su cui, diciamoci la verità, è mancato il coraggio alla politica di fare avanzamenti richiesti da molto tempo – sottolinea la vicepresidente dell'Emilia-Romagna – sono temi che sono considerati tabù da una parte della politica". Nel nuovo centrosinistra deve aprirsi "una discussione coraggiosa e laica su questi temi così fondamentali, su cui non si può né ammiccare né stare in silenzio".
Poi ci sono i giovani, definiti viziati e sfaticati, e usati come valvola di sfogo: "Siamo un Paese paternalista e patriarcale – attacca Schlein – Non siamo un Paese per giovani e per donne, ma dobbiamo e possiamo renderlo tale". È chiaro, però, "che a quegli imprenditori e politici che dicono di non trovare persone disposte a lavorare per colpa del reddito di cittadinanza io rispondo di pagarli di più, come ha fatto Biden". Anche perché "i dati occupazionali della pandemia hanno visto un impatto durissimo su giovani e donne – sottolinea ancora l'ex eurodeputata – Bisogna avere il coraggio di dire che non è accaduto per caso, ma per decenni di politiche neoliberiste che hanno reso più precario il lavoro dei giovani e delle donne e hanno consegnato loro le condizioni occupazionali più precarie". Ora "questo non deve più accadere".
A questo si lega anche il tema della sicurezza sul lavoro: "Siamo in un momento in cui l'innovazione tecnologica permette di fare trapianti a distanza ma si muore ancora schiacciati dai tir o dai torchi". Anche questo "non può più accadere". L'innovazione tecnologica "non è un processo neutro se non è guidata da una politica che riscopre la parola redistribuzione". Ma "io credo che sia arrivato il tempo, e sento finalmente un dibattito all'interno del nuovo centrosinistra su questo, di una legge sul salario minimo che indichi una soglia sotto la quale quello non è lavoro, è sfruttamento – continua Schlein – E quindi bisogna dire che non si può fare".
Quanto al nuovo centrosinistra, bisogna guardare nelle piazze: "Quelle contro l'emergenza climatica, così come quelle per la parità di genere, quelle contro lo sfruttamento lavorativo così come quelle in solidarietà ai migranti – spiega Schlein – lì mi è sembrato di vedere un'interessante sovrapposizione. Tanti giovani che hanno una consapevolezza intersezionale, cioè della necessità di unire le lotte per la giustizia sociale e la giustizia ambientale". Ed è "molto più di quanto ce ne sia oggi in politica".