Altro schiaffo a Salvini: per la procura, Carola Rackete non può essere espulsa dall’Italia
La capitana della Sea Watch, Carola Rackete, dovrà restare in Italia almeno fino al 9 luglio, giorno in cui sarà interrogata dai pm che le contestano il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Procura ha infatti negato il nulla osta che avrebbe reso esecutivo il provvedimento di allontanamento emesso dal prefetto di Agrigento. Dunque, per il momento, la capitana della Sea Watch non sarà espulsa dall'Italia e dovrà recarsi davanti ai pm di Agrigento per rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, "ultimo" capo d'accusa ancora in piedi dopo che il Gip aveva smontato le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra.
Solo qualche minuto prima, invece, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel polemizzare contro la decisione del Gip di Agrigento, aveva lasciato intendere di voler espellere la capitana: “Vediamo se un giudice ci permetterà di accompagnarla educatamente su un aereo in direzione Berlino. La speranza è l’ultima a morire. Lei ha infranto le leggi, ha messo a rischio la vita di alcuni militari e ora è libera: che se ne torni in Germania a fare danni”. Con una diretta su Facebook, il ministro dell'Interno aveva ribadito la sua irritazione per una sentenza che considera "politica" e "sbagliata nel merito", un "pessimo precedente che fa piangere gli italiani", invitando il Gip Vella a togliere la toga ed entrare in politica.
Una linea che ha provocato la dura replica dell'associazione nazionale magistrati: "Ancora una volta, commenti sprezzanti verso una decisione giudiziaria, disancorati da qualsiasi riferimento ai suoi contenuti tecnico-giuridici, che rischiano di alimentare un clima di odio e di avversione, come dimostrato dai numerosi post contenenti insulti e minacce nei confronti del gip di Agrigento pubblicati nelle ultime ore". Tra l'altro, anche a causa di commenti e insulti, il gip Vella ha cancellato la propria pagina Facebook.