La cosa migliore che potesse capitare a Rosy Bindi era quella di ricevere un insulto da Beppe Grillo. Su questo chi scrive ha ben pochi dubbi. Il polverone sollevato dalle dichiarazioni di Grillo in effetti è servito non poco a placare la polemica sulle posizioni francamente insostenibili del presidente del Partito Democratico in merito alla questione della "parità di diritti" fra coppie omosessuali ed eterosessuali. Anche perché a catena sono subentrati gli strali di Bersani e finanche gli insulti bipartisan al comico genovese, fior da fiore quello del direttore del Foglio Giuliano Ferrara, al solito diplomatico e sottile:
La dichiarazione da puttaniere su Rosi Bindi dimostra che Grillo ha un pisello piccolissimo.
— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) Luglio 16, 2012
Insomma, questione di genere scaccia questione di genere verrebbe da dire. Anche perché la Bindi non arretra di un passo né sulla questione delle coppie omosex ("Per evitare che il processo dei diritti non si interrompa, dobbiamo evitare atteggiamenti massimalistici"), né sul giudizio riservato a Beppe Grillo. Il quale dal canto suo è stato abbastanza esplicito sul tema, sbilanciandosi ad affermare:
Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge […] L'Italia non ha una legislazione per le unioni di fatto. E' una vergogna che va attribuita in ugual misura al pdmenoelle, al pdl e a Santa Madre Chiesa, la convitata di pietra. Chi convive, in caso di morte, non lascia al suo compagno o compagna, la pensione o la casa in cui vive. Non è prevista alcuna eredità. Nulla di nulla.
Quindi? Davvero la battuta "sessista" di Grillo ha aiutato la Bindi a tirarsi fuori da un cul de sac? In parte, perché lo strappo dell'Assemblea Nazionale è stato profondo e non rimarrà senza conseguenze. Ma soprattutto perché a ben guardare, la frase di Grillo non è "necessariamente sessista". Dire che la Bindi non ha mai conosciuto il vero amore, non equivale a denigrare l'immagine della Bindi "in quanto donna" e solo un certo "retropensiero" porta a bollare come discriminatorio un giudizio simile. Collegare una frase del genere a presunti pregiudizi estetici è comunque una forzatura (per quanto magari…). E poi, perché dovrebbe essere diverso se riferito ad una donna? Nessuno protesta o grida alla discriminazione di genere quando la satira infierisce sui difetti fisici dei politici "maschi", perché farlo "ove mai" Grillo si fosse riferito all'estetica della Bindi? In definitiva, un modestissimo consiglio: non cambiamo argomento, la questione è seria e davvero un Partito che si presume sia progressista e riformatore non può restare ancorato ad una visione timorosa ed anacronistica dei diritti, della vita e dell'amore.