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Altro che barzellette e gaffes, quello di Berlusconi era puro machismo

Berlusconi ha sdoganato un sistema fatto di machismo e mercificazione delle donne che ci ha influenzato per decenni. Che il tutto sia passato attraverso barzellette, bikini e paillettes non lo rende meno grave.
A cura di Annalisa Girardi
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Descrivere Silvio Berlusconi solo come un Casanova qualunque, un dongiovanni tra gli altri, vorrebbe dire minimizzare l'enorme impatto culturale che il suo impero televisivo e la sua discesa in politica hanno avuto nell'Italia a cavallo tra i due millenni. Intendiamoci, il nostro non è un Paese sessista e patriarcale per esclusiva colpa di Berlusconi. Il leader di Forza Italia era figlio del suo tempo, non il contrario. Ma con un potere mediatico senza precedenti a disposizione e un ruolo da protagonista nella vita pubblica del Paese, Berlusconi ha normalizzato e sdoganato un sistema fatto di machismo e mercificazione delle donne che ci ha influenzato per decenni. E continua a farlo tuttora. Che il tutto sia passato attraverso barzellette, bikini e paillettes non lo rende certo meno grave.

Per troppo tempo abbiamo parlato di gaffes o battute. Ma ora che ci troviamo a fare i conti con l'eredità del berlusconismo, dovremmo chiamare le cose con il loro nome. Berlusconi prima ha creato la televisione commerciale e poi l'ha riempita di ragazze il cui unico valore era quello di essere un corpo bello e desiderabile all'occhio maschile. Capiamoci, non c'è nulla di male a voler fare la valletta o la soubrette in tv. Il problema è che in quegli anni l'unico modello possibile che sembrava poter esserci per una giovane donna era quello.

Nelle reti Mediaset ragazze semi-nude con l'unico compito di apparire sullo schermo, senza alcun ruolo attivo nel programma in cui partecipavano, furono normalizzate in quanto tali. Giovani, belle, trofei da accompagnare a un calciatore o un businessman di successo. Meri accessori, a cui veniva dato (per gentile concessione di un fidanzato più famoso) accesso a una vita di lusso e glamour.

Immagini che oggi (per fortuna), dopo anni di lotte e rivendicazioni femministe, ci paiono l'emblema del cringe, ci indignano e offendono. Ma che vent'anni fa rappresentavano un'influenza egemonica per un'intera generazione. Berlusconi non ha solo sdoganato machismo e oggettificazione continua del corpo femminile in qualsiasi angolo di spazio pubblico, ma li ha resi auspicabili.

Per le donne l'aspirazione doveva essere quella di partecipare ai programmi di Canale Cinque e diventare così oggetto di desiderio nazionale. Per gli uomini, invece, quella di diventare a immagine e somiglianza del Cavaliere, con altrettanto successo e altrettante donne. Con i suoi programmi, pieni di veline e letterine, di sesso e soldi, che entravano direttamente nelle case degli italiani, Berlusconi ha venduto un ideale patinato e l'ha fatto diventare il "sogno italiano".

Il leader di Forza Italia è stato espressione e megafono di un machismo radicato, di una mercificazione del corpo femminile che ci ha assillato e perseguitato per anni e anni. Si è fatto strada nel mondo mediatico a forza di barzellette sessiste, che sono state poi anche una colonna portante della sua propaganda politica e diplomatica. Non chiamiamole battute innocue di un giocherellone, sono cicatrici che generazioni intere faticano ancora a cancellare.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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