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Opinioni

Altro che alleanza: questo Pd e questo M5S non hanno (quasi) nulla in comune

Mentre il Patto del Nazareno “scricchiola”, tornano a circolare le ipotesi su una “alleanza possibile” fra Pd e M5S. Ma quante possibilità concrete ci sono che si realizzino scenari di questo tipo? Ve lo diciamo noi: zero. E vi spieghiamo il perché.
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"Perché non avete fatto l'accordo con il Pd?": è stata questa la domanda – tormentone per mesi, dopo il naufragio del Partito Democratico alle politiche, la rielezione di Giorgio Napolitano, la reggenza Letta, la successiva entrata a gamba tesa di Renzi e per finire il passo indietro del Movimento 5 Stelle alle elezioni europee. Dietro questa domanda si celava un intero ragionamento che vedeva la responsabilità grillina dietro, nell'ordine: la rielezione di Giorgio Napolitano, le larghe intese, poi un po' meno larghe, il "consociativismo" tra Forza Italia e Partito Democratico, il Governo Letta / Alfano, l'emarginazione parlamentare dell'opposizione, il tramonto di chissà quali prospettive di alternativa radicale, il ritorno dei conservatori e della nuova Balena Bianca guidata da Matteo "Thatcher" Renzi e infine la svolta autoritaria. Nel nostro piccolo, qualche risposta abbiamo provato a darla qui, qui e qui.

Ora però, ovviamente in concomitanza con le voci sulle dimissioni imminenti di Giorgio Napolitano e riallacciandosi all'intesa su Csm e Consulta (nonché ai presunti scricchiolii del patto del Nazareno), sembrano riprese le speculazioni sulla possibilità di una alleanza, di un incontro a mezza strada tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, o almeno tra "pezzi" di gruppi parlamentari. Al netto delle discussioni sui social network e sui siti "istituzionali" dei partiti, varrebbe però la pena di chiedersi l'origine di tali ricostruzioni e la base sulla quale dovrebbe poggiare "l'alleanza". Partendo da un assunto: i grillini si sono detti sempre indisponibili a "qualunque tipo" di alleanza organica (è nel Dna del Movimento e su questo si è ragionato fin troppo), ma di considerare possibile il confronto "sui singoli temi" e nei luoghi deputati allo scopo: le Commissioni e le assemblee parlamentari.

Già, ma su quali temi ed in che modo? Proviamo a ragionare con calma e quindi a mettere a confronto la proposta del Movimento 5 Stelle e la corrispettiva posizione del Partito Democratico. È abbastanza evidente come, tanto sui temi centrali in campo economico quanto sulle "grandi riforme" (lavoro, sanità, giustizia) le distanze siano enormi e non colmabili; stesso discorso sulle riforme istituzionali (non abbiamo considerato il confronto sulla legge elettorale, di cui abbiamo parlato lungamente qui) e sulle scelte "politiche" più rilevanti degli ultimi mesi. Certo, resta un approccio piuttosto critico al "sistema tradizionale" dei partiti e della politica "parlamentare" (ci riferiamo a ciò che resta della polemica anti-casta e del braccio di ferro generazionale), ma appare tutto sommato poca cosa rispetto alle profondità delle fratture.

Ecco, in estrema sintesi come si presenta il quadro complessivo (con asterisco i casi in cui o è intervenuto un cambiamento legislativo rispetto alla formulazione del M5S o si segnalano interventi di parlamentari ed esponenti Pd).

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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