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Altri 3 parlamentari lasciano il PD. E Mineo attacca Renzi: “È senza scrupoli”

D’Attorre, Galli e Folino lasciano il PD per “mancanza di dialettica politica”. Ora formeranno un nuovo gruppo con Sel.
A cura di Redazione
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Continuano le defezioni in casa PD, strascico evidente delle polemiche degli ultimi mesi fra minoranza e maggioranza del partito. A ufficializzare l’addio sono tre deputati Alfredo D'Attorre, Carlo Galli e Vincenzo Folino, da tempo in polemica con l’ala renziana del Partito. I tre hanno presentato un documento politico, dopo averlo concordato con altri fuoriusciti dal Partito Democratico, motivando la loro decisione di lasciare il PD con “l’assenza di dialettica interna”. Ora formeranno un nuovo gruppo alla Camera dei deputati con i membri di Sinistra Ecologia e Libertà: non è escluso che confluiscano nel nuovo soggetto politico cui sta lavorando Stefano Fassina, anch’egli uscito dal PD.

Spiega D’Attorre, uno dei più strenui oppositori di Renzi all’interno del PD: “Per me questa decisione arriva dopo un lungo tormento. Non è la decisione che avrei voluto assumere. Sono stato costretto a questa scelta dalla piega presa dal Pd. È venuta meno la verifica democratica interna”.

A mettere ulteriore legna sul fuoco della polemica politica è invece Corradino Mineo, che attacca frontalmente il Presidente del Consiglio Matteo Renzi (che in una intervista per il libro di Bruno Vespa lo aveva accusato di “non voler lasciare la poltrona”). “S quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa, fino al punto di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo”, accusa sibillino Mineo, per affondare il colpo: “Renzi non si fa scrupoli, rivela conversazioni private, infanga per paura di essere infangato. E sa che io so. So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente”.

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