Altre Regioni potrebbero finire in zona rossa o arancione: Speranza pronto a firmare ordinanza
Il nuovo report settimanale dell'Iss potrebbe cambiare il quadro della classificazione delle Regioni italiane. La situazione epidemiologica è in peggioramento, lo dimostrano i dati dell'ultimo bollettino di ieri, con 32.616 nuovi casi e 331 morti. E gli ospedali in molte Regioni sono già in affanno. Tanto che il presidente della Federazione degli ordini dei medici, Filippo Anelli, ha suggerito al governo di adottare misure ancora più drastiche: "La situazione tra un mese sarà drammatica, serve un lockdown totale in tutto il Paese".
Per questo con il nuovo report, in ritardo di qualche giorno rispetto al solito, potrebbe allungarsi la lista delle Regioni che in base ai 21 parametri stabiliti da Cts e ministero della Salute vengono definite ‘rosse'. Al momento sono solo quattro: Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria. La riunione della cabina di regia era prevista inizialmente per venerdì, e invece verrà convocata nelle prossime ore. Ma nella fase di validazione dei dati da parte delle stesse Regioni, che devono rispondere entro 24 ore, alcune hanno chiesto più tempo.
Come vi avevamo raccontato qui, l'intenzione del governo era quella di attendere due settimane, periodo previsto dalla stessa ordinanza del ministero della Salute, prima di cambiare la collocazione delle Regioni, un periodo di tempo considerato necessario per valutare gli effetti delle misure restrittive. Ma il ministro Speranza si è detto pronto ad accelerare, e entro oggi alcune Regioni italiane potrebbero passare dal colore giallo, che identifica il rischio moderato, all'arancione, che indica un rischio alto. Al momento le Regioni arancioni sono solo due, Puglia e Sicilia. Ma proprio ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha lanciato l'allarme: "Se è vero quanto denunciato oggi dai media, circa la mancanza di strumenti fondamentali per la cura dei malati e circa la saturazione dei posti letto, rischiamo che a Palermo e in tutta la Sicilia si vada verso una strage annunciata. Se è vero che nei pronto soccorso manca l'ossigeno e che nei reparti ospedalieri si è cominciato a scegliere quali pazienti provare a salvare e quali no, si prefigurano scenari da medicina di guerra che, quali che ne siano i risultati e per quanto possa essere mastodontico l'impegno degli operatori medici e sanitari, porterà comunque una lunga lista di lutti e tragedie umane e sociali".
Ma anche in Campania la situazione è preoccupante, e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, sostiene che "proclamare la Campania zona rossa è una decisione purtroppo inevitabile, anzi è una decisione tardiva". Ma a passare da giallo a arancione (o a rosso) potrebbero essere anche Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria e Toscana. Nella Regione guidata da Giani si teme soprattutto per gli anziani delle Rsa: in queste strutture uno su dieci risulta positivo. Come scrive il Messaggero, su circa 12.500 pazienti delle oltre 300 strutture 1.103 risultano contagiati, con vari livelli di sintomaticità e di gravità, mentre tra gli operatori si registrano circa 100 casi.
Secondo il presidente della Liguria Toti uno spostamento della Liguria da zona gialla a zona arancione sarebbe sbagliato: "Il Report 25 arrivato dal Ministero e dall'Istituto Superiore di Sanità conferma totalmente i dati del Report 24, su cui sono state fatte le valutazioni relative alla zona gialla della nostra Regione", scrive su Facebook. "In particolare tutti gli indicatori (nessuno escluso) sono considerati di qualità e 3 sopra il 90% (cioè di grande accuratezza). Per quanto riguarda l'Rt, i due valori medi di riferimento si confermano: sintomi 1,37; medio 1,48. Dunque i dati sulla base di cui sono state prese le decisioni sono precisi, accurati e confermati. È la dimostrazione che in Liguria tanti professionisti lavorano con serietà e diligenza", aggiunge Toti, che sottolinea "per gli sconsiderati che continuano a parlare di dati che non conoscono e forse non comprenderebbero". Il presidente conclude il posto così: "P.s: chi ha intenzione di continuare questo processo insensato alle Regioni pensi al Commissario per la sanità in Calabria nominato da Roma (dall'ex Ministro della Salute Grillo, del M5S) e dimesso per imbarazzante e pericolosa incapacità".
E se alcuni governatori di centrodestra battono i pugno sul tavolo e chiedono che le loro Regioni vengano retrocesse al livello di rischio più bassi, l'Alto Adige ha deciso autonomamente di entrare in zona rossa prima ancora che i tecnici del governo dessero la loro valutazione.