Almasri rimpatriato in Libia, la testimonianza: “Decideva torture e uccisioni, era il capo del lager”
Non si placano le polemiche dopo la decisione del governo italiano di non procedere all'arresto di Najeem Osema Almasri Habish, capo della polizia giudiziaria libica e considerato dalla corte penale internazionale autore di crimini contro l'umanità. Almasri è stato rispedito in Libia su un volo di Stato italiano dopo la scarcerazione, avvenuta, pare, per difetti di forma nella procedura del suo arresto. Le prove a suo carico sono molte, si tratta delle testimonianze dei migranti che sono passati dalla Libia prima di arrivare in Europa e sono stati rinchiusi nel lager di Mitiga, dove Almasri operava. Tra loro anche David Yambio, portavoce di Refugees in Lybia tra le principali organizzazioni che hanno raccolto le prove contro Almasri e che hanno denunciato il suo arresto e la clamorosa liberazione in Italia e in Europa. A Fanpage.it David chi ha raccontato l'inferno del lager di Mitiga dove il poliziotto libico decideva della vita e della morte di tutti.
"Almasri era il capo dei torturatori"
Il campo di concentramento di Mitiga si trova alle porte di Tripoli, nella zona dell'aeroporto internazionale, è uno dei più affollati centri di detenzione completamente illegali usati dai signori della guerra libici. I migranti in marcia da Sud verso le coste della Libia vengono catturati spesso alla fine del deserto, oppure dopo, e condotti in questi centri che sono delle vere e proprie camere della tortura. Per poter uscire da lì i familiari dei migranti catturati devono pagare un riscatto. Solo dopo, le persone, torturate e segnate dalle violenze, sono libere di essere schiavizzate nei lavori più pesanti intorno alle città per raccogliere i soldi necessari per imbarcarsi. Najeem Almasri è esattamente l'identikit di quei trafficanti di esseri umani a cui la presidente Giorgia Meloni voleva dare la caccia in tutto il globo terracqueo.
È grazie a persone come David Yambio ed al network Refugees in Lybia che sono state raccolte le prove contro Almasri che hanno portato al mandato di arresto internazionale spiccato dalla corte de L'Aja. "La situazione nel lager di Mitiga non riesco a spiegarla a parole – ci racconta David Yambio – è mortale, inumana, crudele. Per anni questo signore, Almasri, ha operato nella totale impunità sui cittadini libici, e poi ha iniziato con i migranti". L'uomo liberato dal governo Meloni, come ha ricordato l'associazione Mediterranea Saving Humans, è uno dei più feroci trafficanti di esseri umani libici ed uno dei più crudeli torturatori.
"Dico sempre a me stesso di non ricordarmi cosa ho visto a Mitiga – prosegue Yambio – gli uomini venivano bruciati con la tortura, gli veniva fatto l'elettroschock, venivano picchiati con le armi. E poi molti erano costretti a combattere. Tra il 2019 e il 2020 ho visto anche bambini che erano lì di passaggio, essere costretti a combattere nella guerra civile libica. Almasri me lo ricordo bene, era il capo, lui stesso era un torturatore, era lui a dare gli ordini di uccidere, di sparare e di ridurre in schiavitù. Il suo ruolo evidente, era il capo a Mitiga, ma anche al lager di Jadeda e in altre strutture".
"L'Italia? Stringe la mano a chi ha creato il traffico di esseri umani"
Negli ultimi anni Refugees in Lybia, oltre a quella di David, ha raccolto altre testimonianze sui crimini commessi da Almasri fornendo poi le prove alle istituzioni di diritto internazionale. "È stato nostro dovere raccogliere qui in Europa tutte le prove contro un trafficante di essere umani", sottolinea Yambio. È evidente che alla base della liberazione di Almasri ci sono i rapporti strettissimi che il governo Meloni ha siglato con i signori della guerra di Tripoli. Difficile parlare un governo in Libia, dove a comandare sono i capi tribù armati fino ai denti ed in guerra tra loro, di certo tutte le evidenze ci dicono che proprio la Libia è il cuore del traffico internazionale di esseri umani. Un luogo dove queste figure come Almasri, a metà tra rappresentanti istituzionali e capi di bande criminali, sequestrano e torturano le persone.
Oltre al memorandum Italia – Libia, ideato dall'ex Ministro Marco Minniti, ora a capo della Fondazione Med'Or, ora c'è anche il cosiddetto "Piano Mattei", ovvero un insieme di accordi economici, per la maggior parte oscuri o addirittura coperti da segreto, che il nostro paese sigla con diversi paesi africani, in molti casi delle dittature, nel caso della Libia direttamente con dei signori della guerra. "Cosa devo pensare dell'Italia?" ci dice David Yambio quando gli chiediamo cosa pensa della scarcerazione di Almasri. "Cosa devo pensare di un governo che afferma di combattere i trafficanti di esseri umani e poi stringe la mano ha l'architetto del traffico di esseri umani? Come si conciliano le parole della Costituzione italiana con le azioni dei suoi leader? Può davvero il governo italiano affermare di difendere la legge e l'ordine quando difende così volentieri un criminale di guerra?".
Intanto dopo le polemiche che stanno attraversando il paese per la decisione di liberare e riaccompagnare in Libia Almasri, Mediterranea Saving Humans e Refugees in Lybia hanno diffuso una nota dove si denuncia il pericolo di vita per quelli che sono i testimoni, come David, l'esponente della polizia libica. "Almasri, che si fa chiamare "generale", è stato protetto dal governo italiano e addirittura lo hanno accompagnato a casa, proprio a Mitiga, dove sorge il lager di cui conosciamo l'orrore, e al suo arrivo, questo criminale ha addirittura festeggiato, accolto dai suoi complici, e sotto gli occhi dei funzionari dei servizi segreti italiani. Libero ed impunito" scrivono in una nota. "A questo punto, visto che alcuni di noi sono anche testimoni davanti alla Corte Penale Internazionale, e vista la totale impunità della quale godono i grandi trafficanti di esseri umani in Italia, noi temiamo per la nostra vita e per quella di chi ha avuto il coraggio di denunciare" concludono.