Una cosa ormai è chiara anche ai sassi di corindone, quelli duri che di più duro in natura esiste soltanto il diamante: in Libia ci sono campi di tortura dove ogni violenza è lecita, dallo stupro alle sevizie sui bambini, e Almasri dal 2015 è considerato responsabile diretto della gestione del principale centro di detenzione nell'area di Tripoli; e riconosciuto torturatore in prima persona (il cattivo esempio qualcuno deve pur darlo).
Eppure l'Italia ha lasciato che Almasri se ne andasse, anzi l'ha riaccompagnato con aereo di Stato, perché in fondo lui rappresenta la nostra cattiva coscienza. Quello di cui ci vergogniamo, ma non osiamo mettere in discussione perché vorrebbe dire cambiare l'ordine delle cose.
Riconoscere ufficialmente Almasri per quello che è, cioè un criminale, vorrebbe dire ammettere che l'Italia sta continuando a stringere accordi economici con assassini e strupratori. Nel dettaglio: vorrebbe dire ammettere che li stiamo foraggiando perché ci tolgano di mezzo il "problema" degli immigrati che cercano di arrivare in Europa sbarcando in Italia.
Almasri tortura perché ha le spalle coperte, evidentemente non soltanto in Libia.
Almasri parla di noi quando tortura, perché noi italiani più di ogni altro Stato europeo, abbiamo a che fare con lui.
Almasri sevizia perché i centri di detenzione rendono, le motovedette regalate rendono, torturare è proficuo, ha ragione lui: guardate quanti accordi con l'Italia.
Almasri è stato riaccompagnato a casa sua perché noi non faremmo mai quello che fa lui, però se lo fai lui al posto nostro, non è mica la stessa cosa, no? E se poi quel suo fare ci fa comodo, se per l'appunto il suo torturare può essere in qualche modo d'aiuto all'Italia, allora perché no? Non gliel'abbiamo ordinato noi, e se comunque lui lo già lo fa, prendiamo almeno il lato positivo della questione. Il discorso è abominevole, il ragionamento è assurdo, ma è esattamente quello che sta avvenendo, io ho solo ignudato il concetto dalle maschere.
Giorgia Meloni ha definito "cittadino libico" questo personaggio, arrestato in Italia dopo Juventus-Milan. Una definizione asettica, da salotto chirurgico; inusitata per una donna che è solita aggettivare persone e carriere, o tessere ricamini come quelli su Romano Prodi nel video in cui la premier ha dichiarato di aver ricevuto un avviso di garanzia (e no, non era vero).
Fa di tutto, Giorgia Meloni, pur di non approfondire la figura del seviziatore Almasri. Ci possiamo aspettare per domani il discettamento su Kristoff, grande amico della renna Sven nel regno di ghiaccio, oppure un video in diretta su Antonio Gramsci e la sua passione sospetta per gli occhiali tondi. Ma certamente Giorgia Meloni non dirà mai una parola di condanna in più sul criminale che l'Italia ha accompagnato fino alla soglia di casa sua, a spese nostre.
Evidentemente Osama Elmasry Njeem Habish ispira poco la premier, invece l'ha solleticata molto a livello di rilascio, infatti il "cittadino libico", come sappiamo, dopo essere stato arrestato è stato rilasciato con un passaggio su un volo di Stato fino a Tripoli, pronto per tornare in pompa magna a trafficare esseri umani. Non poteva prendere un aereo di linea, Almasri, sarebbe stato troppo disagevole per lui. La tratta era una tortura.