Alluvione Emilia-Romagna, il piano del governo: sospensione scadenze fiscali per famiglie e imprese
Prima le risorse per l'emergenza, con provvedimenti per esentare i cittadini e le imprese dal pagamento delle imposte. Poi servirà concentrare le risorse su indennizzi e ricostruzione. Domani, martedì 23 maggio, alle 11, si terrà il Consiglio dei ministri, che si concentrerà soprattutto sui primi urgenti provvedimenti per contrastare le conseguenze della grave alluvione che ha colpito le popolazioni dell'Emilia-Romagna, e di alcune zone delle Marche e della Toscana.
Oltre alla rimodulazione dell'ordinanza della Protezione civile, che aveva già dichiarato nei giorni scorsi lo stato di emergenza, con l'estensione del perimetro dell'aera interessata, all'ordine del giorno ci sarà un decreto con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari e di altro tipo. Al termine del Cdm la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tornata in anticipo dal G7 del Giappone, incontrerà il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, per fare il punto della situazione.
Cosa farà il governo per aiutare l'Emilia-Romagna
Il governo ha già anticipato che intende rinviare i termini per gli obblighi di natura contributiva, fiscale, previdenziale e processuale nei territori più investiti dalla crisi maltempo, sia per le famiglie che per le imprese. La sospensione potrebbe essere in vigore fino a ottobre oppure fino alla fine del 2023. Prima però sarà necessario fare una mappatura dei Comuni colpiti, individuando quelli investiti da eventi calamitosi. Per il momento i maggiori danni si concentrano nelle province di Forlì, Cesena e Ravenna, e si valuta se oltre all'Emilia-Romagna possano essere coinvolte anche zone di Marche e Toscana.
Possibile anche l'esenzione dal servizio per il personale della Pa che non può andare a lavorare perché sfollato (sul modello già sperimentato durante la pandemia).
Il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci aveva aveva annunciato nei giorni scorsi che l'esecutivo ha in programma di stanziare subito altri 20 milioni per l'Emilia-Romagna, cifra che si aggiungerebbe ai 10 milioni deliberati il 4 maggio, "per far fronte alle prime necessarie spese per urgenze, per il ripristino della viabilità". Ma il decreto di domani in realtà impegnerà in tutto circa 100 milioni, che comunque non bsasteranno. Meloni ieri ha spiegato che queste risorse non saranno attinte dai fondi del Pnrr, ma dal Fondo europeo di solidarietà.
La fase successiva riguarderà invece la ricostruzione: "Per questo saranno prima necessarie una stima completa e una semplificazione per quanto riguarda le procedure" ha spiegato ieri la premier. Per le Marche l'anno scorso sono stati messi a disposizione 400 milioni. Per l'Emilia-Romagna, secondo le prime stime del governo, ne serviranno di più: si parla di 5-6 miliardi di euro.
Le tabelle della Commissione Ue sull'utilizzo del Fondo europeo di solidarietà per le emergenze dicono che per il terremoto in Emilia-Romagna nel 2012 l'Italia ebbe un contributo di circa 600 milioni, per danni pari a 12 miliardi. Considerato che la stima dei danni si aggira intorno ai 6 miliardi questa volta potrebbero essere sbloccati circa 300 milioni, fa notare la Stampa, che ricorda che negli ultimi 20 anni l'Italia ha fatto ricorso a quel fondo ben 12 volte, per un ammontare di 3 miliardi. La prima volta nel 2002, per il sisma in Molise, poi per il terremoto in Abruzzo del 2008. Dalla tabella della Commissione risulta che l'Italia è il Paese che più ha beneficiato del fondo, seguita da Germania (1,6 miliardi) e Croazia (1 miliardo circa).
Per mettere in sicurezza le strade subito 1,5 milioni
In attesa di decisioni complessive da parte del governo, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato che sbloccherà e al più presto almeno 1,5 milioni di euro per interventi di rapida realizzazione sul territorio come pulizia, ripristino e messa in sicurezza di alcune strade, con un'attenzione particolari per i prossimi Comuni.