video suggerito
video suggerito

Alleanza Pd – M5s, Lattanzio: “Bene Conte, ma M5S non appoggerà Emiliano se non interviene Crimi”

Il deputato Paolo Lattanzio ha lasciato il M5S il 7 agosto scorso in polemica con la decisione del Movimento di non appoggiare Emiliano nella corsa per la rielezione in Puglia. Ora che anche il premier Conte ha espresso l’auspicio che Pd e 5 Stelle corrano insieme alle regionali, uno spiraglio sembra essersi riaperto, ma Lattanzio rimane pessimista e a Fanpage dice: “Da M5S un’impuntatura ideologica, per superarla non basta il voto su Rousseau”
A cura di Marco Billeci
161 CONDIVISIONI
Immagine

Barese, 41 anni, il deputato Paolo Lattanzio ha lasciato il Movimento 5 Stelle il 7 Agosto scorso, in polemica con la decisione del Movimento non appoggiare il governatore dem Emiliano nella sua corsa per la rielezione in Puglia. Ora il premier Conte – in un’intervista al Fatto Quotidiano – ha espresso in sostanza la sua stessa posizione, invitando le forze della maggioranza a presentarsi insieme alle regionali del 20 e 21 settembre.

Onorevole Lattanzio, dopo le parole di Conte in Puglia le cose possono cambiare?

Me lo auguro, ma non credo perché dai 5 Stelle locali sento ancora commenti rigidi e chiusi. L’unica svolta può essere se la decisione arriva dal capo politico.

Crimi ha detto che le alleanze si faranno dove esistono le condizioni. In Puglia queste condizioni ci sono?

Non si può ignorare che il M5S ha fatto opposizione dura a Emiliano per cinque anni. Al tempo stesso però Emiliano è stato il primo del Pd che già anni fa ad aprire al mondo grillino e alle sue istanze. Per questo motivo un’alleanza sarebbe stata assolutamente auspicabile, invece c’è stata un’impuntatura ideologica dei miei ex colleghi.

Il muro contro muro si poteva evitare?

Bisognava mettere da parte la personalizzazione del confronto e aprire – come avevo chiesto a Crimi – un tavolo pubblico di trattativa dove tutte le forze avrebbero potuto presentare le proprie proposte. Su quelle basi poi si sarebbe potuto raggiungere un accordo o prendere atto che le visioni della regione sono troppo diverse, cosa che io non credo. Mi fa specie che si sacrifichino i risultati che una coalizione può ottenere per la volontà di rimanere duri e puri.

Le sembra una replica dell’Emilia Romagna, dove il M5S ha buttato via la chance di andare al governo della Regione?

Assolutamente sì, c’è la stessa possibilità non di partecipare a una spartizione di poltrone, ma di avere voce in capitolo su delle scelte strategiche, ovvero il motivo per cui i movimenti politici esistono.

Eppure pochi giorni fa su Rousseau gli attivisti hanno votato per dire sì alle alleanze con i partiti a livello locale. Non le sembra una contraddizione?

Come è successo molto spesso in questi due anni di legislatura, il Movimento è riuscito a prendere schiaffi sia da una parte che dall’altra. Anche per chi come me auspicava da tempo una scelta di questo tipo, il modo in cui è stata fatta è irricevibile. Quella votazione non è stata condivisa né con i parlamentari né con la presunta base, ma calata dall’alto dal capo politico o da Casaleggio. Nel momento in cui si rimettono in discussione due fondamenti così importanti della propria esistenza, ci sarebbe stato bisogno di un confronto per analizzare le posizioni e magari fare un po’ di autocritica. Invece si è trattato di un’imposizione frutto di opportunismo politico, senza gambe per camminare, senza nulla sotto.

Per questo si fa così fatica a tradurre quella scelta in concreto?

Esatto e nessuno ha la forza di imporla. Avrebbe avuto un suo senso, per quanto traumatico, se dopo il voto i capi del movimento avessero messo un diktat: ora si fa così. Invece si è lanciato l’amo e poi il giorno stesso si è detto “però in Puglia non lo facciamo, nelle Marche neppure”, mentre il Pd rispondeva con “Raggi e Appendino mai”. Allora di cosa stiamo parlando? Senza autorevolezza non si può agire di autorità.

A questo punto per gli elettori M5S favorevoli a un’intesa, l’unica opzione resta quella del voto disgiunto? Si aspetta una presa di posizione di Conte, che è pugliese, in questa direzione?

Non amo particolarmente la pratica del voto disgiunto, la fase storica richiede scelte nette e radicali. È chiaro però che quando si entrerà nella fase calda della campagna elettorale tutto può succedere. Non credo che il presidente Conte andrà oltre la sua intervista di queste ore, è già stata una presa di posizione molto forte. A questo proposito, trovo grave che i parlamentari del M5S Puglia abbiano quasi minacciato di far venir meno il loro appoggio al governo.

Se invece in extremis si arrivasse a un accordo, lei chiederebbe di rientrare nel Movimento?

Assolutamente no, la Puglia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un’insofferenza più diffusa. Io ho fatto una battaglia contro la comunicazione interna, contro le posizioni sui migranti e sulla Libia, contro le scelte assistenzialistiche, da cui non torno indietro. Anche perché non posso pensare di stare ancora in una forza in cui da un giorno all’altro si indice un quiz online per contestare tutti i propri principi. In questo caso il cambiamento va incontro a quello che io volevo, ma la sostanza non cambia, domani si potrebbe rivotare per decidere di issare la bandiera nera sulla sede del Movimento.

161 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views