Alle elezioni anche il Partito comunista dei lavoratori: “Realizzeremo la Rivoluzione d’ottobre”

Tra le tante liste che si stanno presentando oggi al Viminale per la consegna dei simboli ce n’è anche una decisamente schierata a sinistra: è quella dal nome ‘Per una sinistra rivoluzionaria’, di cui fa parte il Partito comunista dei lavoratori, rappresentato da Marco Ferrando. E proprio il portavoce della lista ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che l’obiettivo è quello di “mettere in discussione il sistema capitalistico” attraverso la realizzazione di un programma non proprio originale né modernissimo, quello “della Rivoluzione d’ottobre”.
Ferrando spiega quindi quali sono le idee di questa lista, su tutte quella di una nuova “ripartizione del lavoro tra tutti attraverso la riduzione progressiva dell’orario di lavoro a parità di paga”. Non preoccupa la soglia del 3% per entrare in Parlamento, non c’è una “percentuale obiettivo”, ma l’unico scopo è quello di “sviluppare la coscienza dei lavoratori e dei giovani attorno alla necessità di una rivoluzione sociale e di un governo dei lavoratori”.
Ferrando non risparmia attacchi a tutta la sinistra, dal Pd a Liberi e Uguali: “Le altre liste di sinistra sono testimonianza passiva della realtà del capitalismo cui si sono adattate e a cui hanno capitolato. Il Pd si offenderebbe se lo si chiamasse di sinistra, il Pd ormai è il partito di Marchionne, nemmeno Berlusconi riuscì ad abolire l’articolo 18. Liberi e Uguali e Potere al Popolo, dentro cui c’è Rifondazione comunista, sono le sinistre che hanno distrutto la credibilità della sinistra italiana”.
Il programma della lista
Sul sito del Partito comunista dei lavoratori si può leggere il programma integrale della lista rappresentata da Ferrando. “È ora di una rivoluzione – si legge – che rovesci completamente questo sistema politico-economico in cui i diritti, i bisogni e le aspirazioni dei tanti sono calpestati in nome dei super-profitti di pochi”. Tra i punti programmatici c’è un chiaro ‘no’ al pagamento del debito, l’abolizione del pareggio di bilancio nella Costituzione, la rottura dei trattati europei, la nazionalizzazione del sistema bancario, la lotta alla disoccupazione e la difesa del salario, l’abolizione del Jobs Act, la nazionalizzazione delle reti di trasporti, telecomunicazioni, energie, acqua e ciclo dei rifiuti, l’abolizione della legge Fornero, l’abolizione del ticket su medicinali e prestazioni specialistiche, la scuola pubblica completamente gratuita, più altri temi come il Mezzogiorno, l’ambiente, i migranti e la lotta per i diritti civili e per il diritto alla casa.