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All’Assemblea del M5s c’è anche la proposta di eliminare il ruolo di Beppe Grillo

Il “garante” del Movimento 5 stelle è Beppe Grillo fin da quando la carica esiste. Il suo mandato non ha un termine, e l’unico organo che può destituirlo è un collegio nominato da lui. Il suo incarico, quindi, sembrerebbe praticamente intoccabile. Ma all’Assemblea costituente del M5s, uno dei punti in agenda è proprio questo: riequilibrare i poteri del garante, “o eliminarlo del tutto”.
A cura di Luca Pons
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L'Assemblea costituente del Movimento 5 stelle è iniziata il 12 ottobre: 300 delegati sorteggiati a caso tra le persone che avevano partecipato alla prima fase avranno il compito di votare su diverse misure proposte, che toccano i temi più vari. Poi si arriverà, a novembre, al voto decisivo degli iscritti. Ma è emerso che, nella "Guida" inviata ai 300 partecipanti, tra i vari punti ce n'è uno specifico: "Ridurre i poteri del garante (o eliminarlo del tutto)". Il garante in questione è Beppe Grillo.

Che l'Assemblea sarebbe diventata un possibile terreno di scontro tra il presidente del partito, Giuseppe Conte, e il suo fondatore Grillo era stato chiaro già nelle scorse settimane. Ora, nonostante in questa fase nessuno dei due abbia un'influenza diretta sulle decisioni dei delegati, è evidente che il rischio di arrivare a votare per "eliminare" l'incarico del comico genovese c'è.

Tra le proposte, va detto, non c'è solo quella che riguarda Grillo. Si parla anche di altre modifiche allo Statuto, come "ridurre i poteri del presidente", cioè Conte, "in favore di processi decisionali più collegiali". Il presidente, infatti, rischia di avere "un eccessivo accentramento di potere nelle sue mani".

Ma nel testo si trova anche la proposta di "circoscrivere il ruolo degli organi di garanzia", cioè Grillo, "alla supervisione delle regole e dei principi, garantendo la pluralità di punti di vista". Ma anche "evitare l'ingerenza degli organi di garanzia nei processi decisionali per i quali va garantita autonomia ed efficienza". Tra le decisioni su cui si vorrebbe escludere Grillo ci sono quelle "sulla linea politica, sulle scelte operative del Movimento, sulla nomina degli organi direttivi e sulla validità delle consultazioni in rete ecc.".

Una nota collegata al documento, compilata dal giurista Michele Ainis, sottolinea i vari motivi per cui una figura con i poteri di Grillo non è compatibile con la Costituzione: ad esempio, il fatto che sia il garante a scegliere chi fa parte del comitato di garanzia; un comitato che, però, è anche l'unico organo in grado di destituire il garante. O ancora, il fatto che il garante abbia il potere di dare un'interpretazione "insindacabile" dello Statuto. Oppure che sia nominato "a tempo indeterminato", e non con un mandato preciso.

Insomma, oltre al cambio di nome e di simbolo del Movimento, e oltre alla fine della regola dei due mandati, potrebbe esserci sul tavolo anche la fine della guida di Grillo tra le decisioni dell'Assemblea. O almeno, la fine della figura del garante per come esiste oggi. Per il momento si parla solamente di ipotesi sulla carta, ma entro poche settimane si potrebbe arrivare a un voto che sembrerebbe una vera e propria ‘resa dei conti' tra l'ex premier e Grillo.

Per il momento, Conte ha commentato ricordando che "tutte le questioni che verranno affrontate nascono dalla miriade di proposte e suggerimenti emersi dalla base del Movimento". Interpellato dalla Stampa, il presidente del M5s ha anche glissato sul fatto che lo Statuto del Movimento abbia, apparentemente, degli elementi di incompatibilità con la Costituzione: "Questo Statuto io l’ho ereditato e siamo potuti intervenire solo in parte per modificarlo", ha detto. "C'è stato uno scontro con Grillo proprio su questo punto. Non posso prendermi la responsabilità di vecchie regole statutarie, che finora non è stato possibile superare".

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