Alla Ocean Viking assegnato il porto di Ancona: “Migranti esposti a mare agitato per giorni”
La nave Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, ha soccorso 37 persone nel Mediterraneo e le autorità italiane le hanno assegnato il porto di Ancona come luogo di sbarco. Si trova a oltre mille chilometri dal luogo dove è stato effettuato il soccorso e ci vorranno diversi giorni per raggiungerlo. "La Ocean Viking si è vista assegnare Ancona, in Italia, come porto sicuro per lo sbarco dei 37 profughi a bordo. Il porto è a 1.575 chilometri dalla zona di operazione, a quattro giorni di navigazione", ha lamentato la Ong su Twitter, criticando le politiche migratorie del governo italiano.
"Le previsioni meteo sono in peggioramento a partire da domenica, esponendo i profughi a veti forti e mare agitato", ha avvertito la Ong.
I naufraghi sono stati soccorsi questa mattina davanti alla costa libica. Viaggiavano su un piccolo gommone sovraffollato. Molti dei sopravvissuti hanno sofferto intossicazioni e bruciature da carburante.
Nel frattempo la Geo Barents, la nave umanitaria di Medici senza frontiere, ha soccorso 73 persone in acque internazionali di fronte alla Libia. Tra loro ci sono anche 16 minori non accompagnati, che viaggiavano a bordo di un gommone in condizioni precarie.
Alcuni giorni fa Medici senza frontiere aveva firmato, insieme ad altre organizzazioni, una lettera congiunta in cui si esprimeva la preoccupazione per "l'ultimo tentativo di un governo europeo di ostacolare il soccorso delle persone in pericolo in mare".
"Non abbiamo bisogno di un altro quadro normativo che, per ragioni politiche, ostacola le attività di ricerca e soccorso. Ciò di cui abbiamo bisogno è che gli Stati membri rispettino le norme internazionali e il diritto del mare e che garantiscono lo spazio operativo per gli attori civili che fanno ricerca e soccorso", ha scritto sui social Msf.
Della questione politiche migratorie dovrebbero parlare anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la visita di quest'ultima a Roma prevista per il 9 gennaio. Per ora Bruxelles si è limitata ad avvertire il governo italiano di rispettare la normativa comunitaria e internazionale nella gestione dei flussi.