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Alla fine il governo Meloni ammette che alzerà le accise sul gasolio

“Probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Dopo una settimana di smentite, l’esecutivo ha quindi riconosciuto che “rimodulare” le accise significa anche aumentarle. Ma sarà fatto “con gradualità”.
A cura di Luca Pons
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Da quando il Piano strutturale di bilancio – il documento che segna il percorso che l'Italia seguirà per i prossimi sette anni in campo economico – è stato reso noto, molti osservatori hanno notato che in un passaggio si parla di "allineare" le accise della benzina e del gasolio. È stato subito chiaro che questo significasse aumentare le più basse, ovvero quelle del gasolio. Il governo Meloni ha però smentito per giorni. Prima che, ieri, il ministro dell'Economia Giorgetti dicesse chiaramente: "Probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio".

Il passaggio in questione del Psb parla della riforma fiscale e dice che tra gli obiettivi c'è "l'allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina […] come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell'efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale". Insomma, a grandi linee, alzare le accise sul gasolio per aumentare le entrate e favorire progressivamente altri carburanti meno inquinanti.

Oggi le accise sulla benzina valgono circa 73 centesimi al litro, mentre quelle sul gasolio circa 62 centesimi al litro. La differenza è significativa, ma il tema delle accise è delicato. Notoriamente, nel 2019 l'attuale premier Giorgia Meloni disse: "Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite". Nei suoi anni al governo, poi, ha fatto i conti con la realtà: a inizio 2023 non ha rinnovato i tagli del governo Draghi, ad esempio. Ora, un altro aumento in vista.

Pochi giorni fa l'esecutivo aveva smentito con una nota del ministero dell'Economia: "Del tutto fuorviante la notizia secondo la quale il governo intende aumentare le accise sui carburanti". Gli impegni presi con l'Europa e nel Pnrr infatti impongono di "ridurre i sussidi ambientalmente dannosi. In questo contesto, rientrano anche le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina, e pertanto è allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise".

E di nuovo sul termine "allineamento", evidentemente ambiguo. Ma ci ha pensato il ministro Giorgetti a chiarirlo ieri: "Sulle accise dei carburanti abbiamo scritto ‘allineamento', significa che probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio".

Questo è un obbligo che si rispetterà "con gradualità", cercando di "evitare contraccolpi alle categorie che lo usano a scopi professionali", ha sottolineato il ministro. È naturale, infatti, che chi si trova a usare necessariamente il gasolio sarà più colpito da un aumento delle accise.

E le conseguenze potrebbero allargarsi. Uno dei timori sollevati dalle associazioni di consumatori è che a pagare di più saranno soprattutto i camionisti, e più in generale le aziende dedite al trasporto. Questo aumento si ripercuoterebbe poi a catena sulle famiglie: se costa di più portare un prodotto fino al supermercato, allora salirà anche il suo prezzo sugli scaffali.

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