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Alitalia vuole licenziare 2200 dipendenti, i sindacati in protesta: “È uno scempio”

Alitalia ha fatto sapere ai sindacati che ha avviato le procedure di licenziamento per oltre 2.200 dipendenti in cassa integrazione straordinaria. L’accordo, sostengono i sindacati, era che avrebbero potuto essere assunti in altre aziende – soprattutto Ita Airways – entro il 2025. Usb denuncia: “È la fase finale dello scempio occupazionale”.
A cura di Luca Pons
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Alitalia ha avviato le procedure per il licenziamento di 2.198 dipendenti attualmente in cassa integrazione, insieme ad altro 47 lavoratori dipendenti di Alitalia City Liner. Nel complesso, quindi, più di 2.200 persone rischiano di perdere il lavoro. Lo hanno fatto sapere alcune delle sigle sindacali coinvolte, protestando e chiedendo che il governo intervenga per prolungare la cassa integrazione attualmente riconosciuta, che è in scadenza al 31 ottobre di quest'anno. L'avvio delle procedure di licenziamento è stato comunicato oggi con una lettera: non è la prima volta che l'azienda annuncia licenziamenti di massa.

Uiltrasporti ha chiesto che il ministro del Lavoro "convochi subito le parti sociali e predisponga al più presto una proroga del decreto di cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori ancora in forza in Alitalia", perché "non si possono lasciare oltre 2.200 persone per strada e non lo consentiremo". I dipendenti in questione al momento si trovano in cassa integrazione straordinaria perché che Alitalia è in amministrazione straordinaria ed è stata di fatto sostituita dalla compagnia Ita, che presto sarà ceduta alla tedesca Lufthansa.

Tuttavia, ha spiegato il sindacato "i piani di crescita e di sviluppo" delle tre aziende che hanno rilevato le attività di Alitalia, tra cui Ita, "prevedevano l'assorbimento di personale entro il 2025". Per questo, "avevamo già chiesto la proroga della cassa integrazione, ad oggi prevista fino al 31 ottobre di questo anno, almeno per tutto il 2025".

Ha commentato anche l'Usb Lavoro privato: si rischia che ci siano "2300 lavoratori messi fuori dal ciclo produttivo, senza avere alcun requisito pensionistico". Il sindacato ha denunciato la gestione del passaggio di Ita Airways a Lufthansa: "Il management della compagnia continua sistematicamente ad assumere dal mercato e a mettere paletti alle assunzioni dei lavoratori dal bacino di cassa integrazione".

È la "fase finale dello scempio occupazionale di quello che una volta era il vettore italiano riconosciuto nel mondo". Alitalia, "oramai trasformata nella compagnia minore e ancillare del gruppo tedesco a cui si riduce Ita, ha ceduto buona parte della fetta di mercato che copriva in Italia a Ryanair e ad altre aziende low cost".

Così l'azienda tedesca ci guadagna, "lasciando ai contribuenti italiani il fardello di dipendenti da ricollocare". Ciò che "hanno fatto di male questi lavoratori per essere scartati", ha sostenuto il sindacato, è che "hanno osato chiedere il diritto ad aver riconosciuta la continuità lavorativa. Peccato che a centinaia tra i dipendenti, non sia stata nemmeno proposta l'assunzione".

È intervenuto Mario Turco, deputato e vicepresidente del Movimento 5 stelle: "Nelle procedure di assunzione del personale di Ita purtroppo si sono registrate diverse storture, e non sempre il personale ex Alitalia è stato preso nella dovuta considerazione". L'avvio di questa procedura di licenziamento, però, "è irricevibile: invitiamo il governo a fare immediatamente chiarezza e a valutare una proroga immediata della cassa integrazione straordinaria. Non possiamo permetterci un atto simile di macelleria sociale, con migliaia di famiglie in mezzo a una strada dall'oggi al domani".

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