Alitalia, ci sarà un nuovo prestito ponte da 400 milioni. Di Maio: “Nel governo siamo d’accordo”
Nel lungo consiglio dei Ministri finito nella tarda notte di ieri si è parlato anche della questione Alitalia. Un argomento passato in secondo piano vista la grande attenzione nei riguardi del Mes, il tema centrale su cui si è aperto il vertice. Per la compagnia di bandiera è stato deciso un nuovo prestito ponte che ammonterà a circa 400 milioni di euro, in attesa di un nuovo bando di vendita che trovi gli investitori ideali per rilevare l'impresa. A sbloccare l'intervento dello Stato sarà un decreto ad hoc che il governo prevede di approvare tra oggi e giovedì.
In uscita dal consiglio dei Ministri è soprattuto Luigi Di Maio ad affrontare la questione Alitalia. "Siamo tutti d'accordo – ha detto il ministro degli Esteri – che vada fatta una norma che permetta alla struttura commissariale di utilizzare il prestito ponte. Non c'è una decisione politica da prendere". Non solo però, il capo politico dei 5 Stelle si sofferma anche sulla questione dei "responsabili" delle perdite della società. "Siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo dare una chance a questa compagnia, però è anche arrivato il momento di fare un'azione di responsabilità sugli amministratori. Quando è che, con un'azione di responsabilità, decideremo chi ha causato i danni in Alitalia, quando è che facciamo pagare con il proprio patrimonio un po' di amministratori delegati che sono andati lì, l'hanno utilizzata come bancomat e se ne sono andati?", ha concluso.
Le risorse in più che verranno stanziate dal governo garantiranno, di fatto, almeno altri sei mesi di tranquillità per le casse della società. Il prestito precedente – erogato dall'allora Governo Gentiloni – era stato di 900 milioni. Nel periodo di transizione in cui si dovrebbe trovare uno o più acquirenti per la compagnia si preparerà un nuovo bando, che è atteso entro circa due settimane. Nel frattempo, verrà prolungato anche il mandato per i commissari che oggi gestiscono la compagnia. Le linee guida del governo per il nuovo bando prevedono come priorità di vendere la società per intero, ma si resta possibilisti anche per opzioni alternative.