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Alitalia annuncia il licenziamento di 2668 dipendenti, i sindacati chiedono che li assuma Ita Airways

Alitalia ha fatto sapere che inizierà la procedura di licenziamento per circa 2.700 dipendenti che erano in cassa integrazione. Potranno accedere a una cig straordinaria, ma solo fino a ottobre 2024 e con importo limitato. Uil e Cgil chiedono che Ita e le altre aziende nate da Alitalia riassumano il personale.
A cura di Luca Pons
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Con una lettera inviata al governo Meloni (in particolare ai ministeri del Lavoro, dei Trasporti e delle Imprese) e ai sindacati coinvolti, Alitalia ha annunciato che procederà al licenziamento di 2.668 dipendenti. A questi se ne aggiungono 55 di Alitalia Cityliner, una compagnia satellite che operava a livello regionale. In totale, quindi, si parla di 2.723 persone che resteranno senza paga, mentre appena 172 dipendenti manterranno il loro lavoro per le ultime fasi della liquidazione delle due aziende. Le trattative con i sindacati per definire i termini del licenziamento inizieranno la prossima settimana.

Da tempo Alitalia e Cityliner sono in amministrazione straordinaria, e i lavoratori in questione si trovavano già in cassa integrazione a zero ore. Si tratta di piloti, assistenti di volo (il gruppo più numeroso), ma anche personale per la manutenzione e di terra. Nella lettera inviata a governo e sindacati, Alitalia ha fatto sapere che non è più in grado di reimpiegare questi dipendenti, perché c'è una "eccedenza di personale".

Chi sarà licenziato potrà contare ancora su un ulteriore strumento di sostegno, anche se per un periodo limitato. Infatti, una cassa integrazione straordinaria pagata dallo Stato erogherà fino al 60% dello stipendio precedente, entro un massimo di 2.500 euro lordi al mese. Non solo l'assegno avrà un importo limitato, ma non potrà ottenerlo chi ha maturato dei requisiti pensionistici, anche minimi: sarà obbligato ad andare in pensione. In più, per chi la richiede, la cassa integrazione durerà al massimo fino al 31 ottobre 2024.

Per questo, diversi sindacati hanno chiesto che il governo si faccia carico di trovare una soluzione alternativa, anche considerando che Alitalia era la compagnia di bandiera italiana di proprietà pubblica. Uiltrasporti ha proposto che la cig straordinaria sia prorogata a tutto il 2025, oppure che i lavoratori "siano ricollocati nelle aziende nate dallo spacchettamento di Alitalia (come Ita Airways e Atitech, per la manutenzione) o in altre del settore, a seguito di adeguata formazione che consenta il mantenimento delle certificazioni".

Anche Filt Cgil ha dichiarato che il boom dei voli avvenuto con la fine del Covid dovrebbe permettere "alle società che hanno ereditato gli asset di Alitalia (Ita, Swissport, Atitech) di riassorbire tutti i lavoratori e le lavoratrici". Quando è nata, Ita Airways ha acquistato diverse delle proprietà di Alitalia (a partire dagli aerei), ma non ha assunto tutto il precedente personale. Su 7mila dipendenti, circa 3.500 erano stati presi da Italia, mentre gli altri erano rimasti in cassa integrazione.

Anthony Barbagallo, capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, ha dichiarato: "Il governo dei Fratelli d’Italia non ha voluto mai accogliere le istanze del Pd volte a tutelare i dipendenti in vista della cessione alla tedesca Lufthansa. Tenuto conto del potenziale spreco di denaro pubblico chiederemo anche l’intervento della Corte dei conti per verificare la sussistenza del danno erariale". Emma Pavanelli, capogruppo del M5s in commissione Attività produttive a Montecitorio, ha scritto in una nota: "Un epilogo tanto scontato quanto irricevibile, che ha una sola responsabile: Giorgia Meloni. Ai lavoratori di Alitalia tutta la nostra vicinanza: rimarremo al loro fianco e continueremo a battagliare".

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